Il rapporto che c'è da sempre tra chi parla e chi ascolta, il sedersi intorno a un fuoco, raccontare una storia, ascoltarla, confrontarsi rimane ad oggi insuperabile". Ecco perchè Edoardo Camurri, scrittore, giornalista, autore e presentatore televisivo della Rai, finita l'esperienza di 'Maestri' sbarca in tv con un nuovo programma "Alla scoperta del ramo d'oro" da lunedì 31 ottobre alle 15.25 su Rai 3 e alle 17.50 su Rai Storia. "Avremo uno studio che sarà una selva, un giardino, e del resto, il ramo d'oro per gli antichi, era il ramo della conoscenza e della rinascita, dove si trova è dappertutto dentro di noi ma anche fuori di noi". Un nuovo programma che crede nella cultura "come attività per il cambiamento e la consapevolezza di ciascuna e di ciascuno di noi".
I nostri tempi sono caratterizzati da un ricorrente e cinico istinto di distruzione ed è proprio per questo che Rai3, punta ad abitare invece speranza e significato provando a cogliere, attraverso conversazioni quotidiane di Edoardo Camurri con importanti esponenti della cultura italiana, "il ramo d'oro" del sapere.
La cultura come cambiamento e consapevolezza. Qual è "il ramo d'oro" del sapere? Come può la cultura fornire strumenti, concreti, per dare speranza e combattere quello che pare essere un istinto di "distruzione"? Domande alle quali, per 141 puntate - prova a rispondere Camurri con il suo programma, un titolo che fa riferimento all'Eneide virgiliana, in cui è proprio quel ramo simbolico che permette a Enea la discesa nell'Ade per conoscere da suo padre Anchise il destino che l'attende.
Con lo stesso spirito del "conoscere", Edoardo Camurri - ogni giorno, dal lunedì al giovedì - incontra importanti esponenti della cultura italiana, all'insegna della multidisciplinarietà in una sorta di grande enciclopedia del sapere. "In ogni puntata - dice Camurri - coltiveremo simbolicamente una pianta sempre diversa, per un'idea di cultura aperta e interdisciplinare che, nel farsi del suo percorso, proverà a creare un'immaginaria foresta di significati dalla quale provare a ricostruire pazientemente un ambiente nuovo e aperto. 'Alla scoperta del ramo d'oro' vorrebbe quindi essere quel giardino di cui Voltaire chiedeva di occuparci per rispondere alle barbarie". In definitiva, "provando a scoprire in ogni puntata il nostro ramo d'oro, adotteremo come manifesto programmatico una celebre poesia di Jorge Luis Borges intitolata "I giusti"".
Prosegue Camurri "l'idea della trasmissione culturale come possibilità di aprire collegamenti, e dare forma al mondo attraverso la cultura e la conoscenza". Che tipo di programma siete? "Siamo la tv del paleolitico" dice con una punta di sarcasmo "per poi aggiungere, "curare la parola, il confronto, il conoscere, possono sembrare passate di moda in un'epoca social, invece le persone a mio avviso sono affamate di questo.
Non puntiamo a una tipologia di pubblico, francamente non me lo sono mai chiesto, chi vuole seguirci lo fa semplicemente". Ad Alessandra Viola, divulgatrice scientifica e docente di Scienze dalla comunicazione alla Sapienza di Roma, invece, il compito di "curare" il giardino del programma e le sue piante, simboli della crescita della conoscenza.
Protagonisti della prima settimana, da lunedì 31 ottobre, il professor Maurizio Bettini, antropologo, filologo e direttore del Centro di Antropologia e Mondo Antico dell'Università di Siena che si sofferma sugli insegnamenti delle civiltà antiche, mentre martedì Telmo Pievani - evoluzionista, docente di Filosofia delle scienze biologiche all'Università di Padova - racconta le diverse fasi dell'evoluzione che hanno portato alla nascita dell'homo sapiens.
Mercoledì è la volta della professoressa Ines Testoni, docente di Psicologia applicata all'Università degli Studi di Padova che approfondisce uno dei tabù della nostra epoca, la morte; e la prima settimana si chiude, giovedì, con la storica dell'arte Maria Grazia Messina, che analizza l'arte come espressione e, al tempo stesso, strumento di protesta Camurri ha una capacità basta ricordare i suoi programmi tutti aprezzati, ma anche unica di trarre dai suoi interlocutori, storici, accademici, punti di vista capaci di offrire nuove prospettive, e lui con le sue domande offre allo spettatore la sensazione di essersi occupato per tutta la vita della materia di cui si sta discutendo, merito della semplicità e chiarezza del linguaggio utilizzato in trasmissione
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