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Orietta Berti, la mia Domenica con tra Don Camillo e Peppone

Orietta Berti, la mia Domenica con tra Don Camillo e Peppone

Cantante firma il 24 aprile di Rai Storia poi on the road su Sky

ROMA, 23 aprile 2022, 15:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ero piccolina. Un giorno mia mamma, che non mi lasciava mai sola a casa, mi prese per mano e andammo a piedi fino alla casa più bella e importante del Paese. Suonò il campanello. Uscì una bellissima signora e senza esitare mamma le piazzò quattro schiaffi in faccia. 'Ti è andata bene che non ti ho fatto tosare', disse. Non capivo. 'Mamma perché l'hai picchiata?'. 'Lei sa il motivo: ha fatto la spia ai tedeschi. E ha fatto morire più di dieci persone'. Sono passati anni ma rimasi così colpita che me lo ricordo come fosse ieri". A raccontare, alla vigilia del 25 aprile, è Orietta Berti, icona nazionale con oltre 16 milioni di dischi venduti in più di 50 anni di carriera. Dal 19 maggio sarà protagonista su Sky di Quelle brave ragazze, viaggio on the road in Spagna insieme a due compagne come Mara Maionchi e Sandra Milo. Ma il 24 aprile per un giorno è eccezionalmente direttore di rete per la "Domenica con" di Rai Storia, lo spazio curato da Giovanni Paolo Fontana ed Enrico Salvatori. In tutto dieci ore di trasmissioni, dalle 14 alle 24, che ha disegnato con un'idea precisa. "Volevo partire dall'atmosfera della mia infanzia, quando a Cavriago si viveva come nei film di Don Camillo e Peppone", racconta all'ANSA. Si parte dunque con l'intervista di Giovannino Guareschi ("papà" di Don Camillo e Peppone) con Indro Montanelli e poi Fernandel con Raimondo Vianello e Gino Cervi al Musichiere. A celebrare la cucina emiliana è Ugo Tognazzi, poi tanta musica, sin dal Canzonissima 1969 in cui si piazzò unica donna in finale con Modugno, Villa, Morandi, Al Bano e Ranieri.
    E ancora, le udienze con tre Papi e il Dalai Lama. Gli omaggi a Enzo Tortora, Mina, Mike Bongiorno. E I nuovi mostri di Scola, Monicelli, Risi. Ma c'è anche l'omaggio a La donna nella Resistenza, il documentario che Liliana Cavani diresse nel '65 proprio per il 20/o anniversario della Liberazione.
   

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