"Era un po' che ci speravo. È un posto iconico, affascinante per la sua storia. Ci sono venuto una volta per il Live Aid e un'altra per vedere i Rolling Stones come spettatore. C'era un atmosfera fantastica e mi sono detto: un giorno magari lo daranno anche a me". Quel giorno, anzi quei due giorni sono arrivati: Zucchero Sugar Fornaciari sarà per la prima volta in concerto al Circo Massimo di Roma il 23 e 24 giugno, con due date del tour Overdose d'amore (che farà tappa anche il 19 ad Ancona, il 21 a Bari, il 26 a Torino e il 28 a Padova).
Un'occasione unica, con 26 mila posti seduti (più di 15 mila già venduti), che segna il ritorno del bluesman nella capitale a due anni dai cinque concerti sold out alle Terme di Caracalla.
"Non vedo l'ora", dice lui, occhialetti scuri, jeans e cappello a falde. "Ospiti? Invito sempre qualche amico, ma all'ultimo, sono sorprese - prosegue -. Se devo sparare alto, mi piacerebbe avere Bono e Sting, gente con cui ho collaborato più volte, amici con cui ho rapporti da anni come anche Brian May dei Queen, Eric Clapton o Peter Gabriel". La scaletta si improvvisa un po' "seguendo l'atmosfera della serata.
Ultimamente parlo poco, ma magari se c'è un fatto che mi ha colpito particolarmente, allora mi ritaglio un angolo e attacco un bottone - sorride -. La guerra, Putin, Trump, gli accordi non accordi, Zelensky, Netanyahu, Gaza e Musk mi hanno colpito. Ma non li citerei. Ognuno ha le sue opinioni e quando sei davanti a pubblici così numerosi... Pavarotti diceva sempre: te pensa a cantare, non rompere i cogl...".
Però, aggiunge, "è vero, negli ultimi dieci anni, c'è una certa mancanza" di impegno del rock sui grandi temi. "L'ultimo grande evento credo fosse il Live Aid - ricorda -. Un paio di mesi fa, però, Bob Geldof ha chiesto conferma del mio numero. So che sta pensando a qualcosa".
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