Enzo Gragnaniello e la Mvula
Sungani Physical Dance aprono la stagione di balletto del Teatro
Comunale Pavarotti-Freni di Modena il 23 ottobre alle 20.30 con
Neapolis mantra, opera multidisciplinare tra danza, musica live
e parola, ideata dal regista e coreografo italo-africano Mvula
Sungani.
Assieme al cantautore napoletano, in scena ci sarà l'étoile
Emanuela Bianchini.
Ispirata dall'omonimo album inciso nel 1998
da Gragnaniello e omaggio ai venti anni dalla pubblicazione
della canzone Donna, interpretata da Mia Martini, la spettacolo
"indaga la ricerca dell'essenziale, dove il corpo e la voce
diventano ponte tra il reale e l'irreale e vogliono far entrare
chi assiste in una dimensione onirica: un viaggio nelle origini
più vere e viscerali di Napoli, città che nelle sue più profonde
contraddizioni ama i suoi figli, e come una madre li protegge e
li custodisce gelosamente", spiega il coreografo.
La regia, pensata per creare un'atmosfera essenziale,
apparentemente scarna, vive di forti suggestioni visive
all'interno dello spazio scenico, che muta continuamente al
passo con le costruzioni fatte di corpi in perfetta armonia con
i testi e la musica, scolpiti da luci ed effetti visuali
innovativi.
"Cantare senza le parole è un tipo di espressione
che mi è sempre venuta spontaneamente - dice Gragnaniello. -
Quando voglio esprimere davvero l'essenziale, qualcosa di forte,
la parola diventa un filtro che razionalizza i pensieri. Per me
è come recuperare le radici della passione, del sentimento, ed è
proprio attraverso la passione che Napoli si è formata, con i
suoi spiriti e i suoi fantasmi. Dobbiamo recuperare la nostra
grande energia, perché quello di Napoli in fondo è un popolo
anarchico, libero. Vorrei far ricordare la sua grande libertà
creativa, e a chi apparteniamo veramente." La colonna sonora è
affidata ai grandi successi di Gragnaniello, eseguiti live in
versione acustica, brani che l'autore ha scritto per se stesso e
per grandi interpreti, da Roberto Murolo e Mia Martini ad Andrea
Bocelli, Dulce Pontes, Ornella Vanoni e Arisa, oltre ad alcuni
pezzi tratti dal nuovo album Lo chiamavano vient' 'e terra.
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