E' con la Cenerentola del regista e
coreografo Luciano Cannito il primo appuntamento con la danza
nel 2024 della stagione dell'Accademia Filarmonica Romana in
programma al Teatro Olimpico il 19 gennaio alle 20.30. La
coreografia, prodotta da Fabrizio di Fiore, vedrà in scena il
Roma City Ballet Company, una delle più recenti formazioni
italiane composta esclusivamente da artisti selezionati con
audizioni internazionali. Fino a domenica 21 gennaio, il
balletto in due atti su musica di Sergej Prokof'ev, avrà
protagoniste nei ruoli principali le due stelle internazionali
Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru, Principal Dancers del Teatro
dell'Opera di Berlino, che si affiancano al Corpo di Ballo di
Roma City Ballet e a Manuel Paruccini, primo ballerino del
Teatro dell'Opera di Roma nel ruolo della matrigna "en
travesti". Firma regia e coreografia Luciano Cannito, già
direttore artistico del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di
Napoli, del Teatro Massimo di Palermo e del Balletto di Roma,
che si avvale dei costumi di Giusi Giustino costumista e
direttrice della sartoria del Teatro San Carlo di Napoli, e
delle scene di Michele Della Cioppa, direttore degli
allestimenti scenici del Teatro dell'Opera di Roma. La favola
più amata, a quasi ottant'anni dalla sua prima rappresentazione
- il 22 novembre 1945, al Teatro Bol'šoj di Mosca, per la
coreografia di Rostislav Zakharov - continua ad appassionare il
pubblico di ogni età. Nella versione di Luciano Cannito la
storia si arricchisce di un pizzico di follia, comicità e
divertimento senza tralasciare la spettacolarità. "I grandi
Balletti, anzi, i grandi titoli di balletto classico - racconta
Cannito -, affascinano e stimolano l'immaginazione, ci riportano
a mondi fatti di magia, di sogno, di fantasia. Il balletto della
storia universale di Cenerentola aggiunge al fantastico del
racconto attraverso le immagini e la grande danza, il fantastico
del desiderato da tutti: realizzare i nostri sogni nei momenti
più bui della nostra vita e soprattutto realizzarli quando non
ce lo aspettavamo più".
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