Una tragedia ambientata a bordo di una nave, tratta dall'omonimo racconto di Herman Melville e tutta al maschile, è l'opera ''Billy Budd'' di Benjamin Britten, ma che in questo nuovo allestimento cooprodotto dal Teatro Real di Madrid, il Covent Garden di Londra e l'Opera di Roma, dove sono annunciate cinque recite a partire da martedì 8 maggio, avrà la regia di una donna, Deborah Warner, ed è quel che fa la differenza, che ne permette una moderna lettura fuori degli schemi, secondo il direttore artistico Alessio Vlad, ma anche per James Conlon che ne sarà il direttore.
''Ho provato a immaginare una nave in maniera realistica con lo scenografo Michael Levine - spiega la Warner, regista di prosa shakespeariana passata da vent'anni al teatro d'opera - ma non mi aiutava per nulla e allora ho deciso di puntare sulle sensazioni di una nave, sulla sua rappresentazione grazie a piattaforme ondeggianti, la presenza di cime e vele e naturalmente l'acqua''.
Ecco allora quasi a sfondo una sorta di sipario fatto di cime pendenti e con queste gli attori-cantanti hanno un rapporto vivo come appunto accade su una nave. E Conlon precisa di essere ''entusiasta delle scene che creano uno spazio claustrofobico, limitato ma che assieme rimanda all'immensità del cielo e del mare''. I personaggi insomma sono, per la regista, ''tutti prigionieri del vascello e il loro viaggio, specie per gli ufficiali, mentre si sente salire la tensione del vicino ammutinamento, si trasforma in un incubo galleggiante senza vie di scampo''. Tre i protagonisti della vicenda di questo cast tutto maschile, tre voci diverse per differenziarne i caratteri, un tenore, un baritono, un basso: Billy Budd è Jacques Imbrailo, il capitano Vere è Toby Spence e Claggart è John Relyea.
''Una grande cooproduzione internazionale programmata con anni di anticipo, che è l'unico sistema per portare allestimenti di alto livello, specie se impegnativi come questo'', sottolinea il sovrintendente Carlo Fuortes, che ricorda l'uso di due cori, sfruttati in modo musicalmente non facile, la presenza di 19 cantanti e un'orchestra che è la più numerosa mai prevista da Britten per un suo lavoro. E' nato così questo spettacolo che ha da poco vinto a Londra l'International Opera Award come 'Miglior nuova produzione'. La figura quasi solare di Billy Budd è l'energia positiva contrapposta a quella negativa del maestro d'armi Claggart, mentre Vere è un gentiluomo virtuoso, ma nel suo seguire le regole finisce per non riuscire a scegliere tra il bene il male e, non avendo il coraggio di perdonarlo, lascerà che Budd venga impiccato.
''Una vicenda in cui tornano i grandi temi, sotenuti dalla musica, di Britten - nota Conlon - a cominciare dalla perdita e il tradimento dell'innocenza, l'ingiustizia verso gli emarginati o i deboli, l'insensatezza della violenza, l'abdicazione alla responsabilità morale di chi governa le nostre vite''. Britten, che è di gran lunga il compositore d'opere del Novecento più rappresentato al mondo, ''colpisce con la sua musica ma anche molto con le sue qualità drammaturgiche - conclude la Warner - così che i suoi lavori, come quelli dei classici, hanno una grande ricchezza di sensi. Già la parabola di Melville rivela diversi livelli di lettura e interpretazione cui la musica aggiunge complessità e molteplicità di sentimenti, sfidandoci continuamente a interrogarci sul bene e sul male, innocenza e corruzione, lasciandoci in un'irrisolvibile ambiguità, non dando mai soluzioni''. Del resto - ricorda - Britten diceva: ''Cosa succede con una parabola? La gente discute senza fine sul significato dell'allegoria senza soluzioni e tutti hanno ragione e hanno torto''.
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