L'animazione di una fabbrica automatizzata apre e punteggia tutti i concerti di Stromae, e di una macchina il live della popstar belga stasera a Milano ha avuto la precisione infallibile, non certo la mancanza di emozioni.
Nella sua prima data nei palazzetti italiani (in replica dopodomani a Roma), l'artista di origini ruandesi è stato accolto da un Mediolanum Forum sold out con il calore che si tributa solo ai più grandi. Sul palco campeggiano le radici quadrate che danno il titolo al suo ultimo album, 'Racine Carrée', e proprio da questo disco per due ore la scaletta attinge a piene mani fin dall'apertura con 'Ta Fête' e 'Bâtard'.
La scenografia minimale fa un uso sapiente di luci e videoproiezioni, che richiamano sempre lo spirito della canzone (una città piovosa dietro la malinconica 'Sommeil', le luci calde dell'Africa per 'Ave Cesaria' dedicata alla capoverdiana Cesaria Evora). Le luci, ora strobo da discoteca ora taglienti riflettori da teatro, sottolineano le due anime di Stromae e del suo spettacolo: Paul Van Haver - questo il vero nome del cantante - è sempre al centro della scena, dove mette in mostra le sue doti non solo canore ma anche coreografiche e istrioniche. Grazie ai costumi, alle danze, all'interpretazione ogni brano è presentato con tutto il corpo, come se questo fosse una marionetta manovrata dall'artista stesso.
Stromae fa passare dagli occhi, oltre che dalle orecchie, le emozioni profonde dei suoi brani dance, spesso riprendendo idee già mostrate nei videoclip, a dimostrare una piena padronanza della propria estetica: è il caso di 'Formidable', in cui il cantante ha interpretato un ubriaco come già fece a Sanremo poco meno di un anno fa, o di 'Papaoutai', che, proposta nei bis, fa rivedere lo Stromae-giocattolo. Il concerto ha insomma tutti i caratteri dello show in grande stile, uno show non a caso passato anche dal Madison Square Garden di New York (particolarmente d'effetto l'inclinazione del palco su 'Je cours'), ma il cantante non ha mai smesso di dialogare con il pubblico, provando anche a introdurre i brani in italiano: su 'Tous les mêmes' si è addirittura rivista una delle sue "lezioni" musicali pubblicate sul suo canale YouTube. Anche dal vivo Stromae dà quindi prova delle qualità artistiche che il pubblico italiano ha premiato mandando 'Racine Carrée' al primo posto della classifica degli album, primo disco interamente in francese a raggiungere questo risultato.
Ma a far presa è prima di tutto il suo originale eclettismo musicale, che unisce dance e hip hop, chanson francese e coladeira capoverdiana, trap e pop da classifica, opera (Bizet campionato in 'Carmen') e disco anni '90 ('Rhythm is a Dancer' e 'Insomnia' citati in 'Alors on dance'). Una contaminazione totale che si vede anche nel quartetto che lo accompagna sul palco, composto da polistrumentisti originari di Francia, Italia, Grecia e Giappone, a rappresentare il meltin' pot culturale che caratterizza Stromae. Sul finale a tutta dance, con 'Alors on dance', i diecimila presenti al Forum - fra cui ospiti d'eccezione come Arisa ed Ensi - si sono ritrovati nella discoteca più grande di Milano, prima dei bis 'Papaoutai', 'Merci' (trasformata per l'occasione in 'Grazie mille') e 'Tous les mêmes' in versione a cappella.
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