(di Gioia Giudici)
E' un abbraccio che vale più di
qualsiasi parola quello tra Alberta Ferretti e Lorenzo Serafini,
che alla fine della prima sfilata da direttore creativo del
brand corre a salutare la stilista che lo ha fondato dandogli il
suo nome. La stessa che lo aveva già voluto al suo fianco 10
anni fa, quando lo chiamò nel gruppo Aeffe, da lei fondato
insieme al fratello Massimo, come direttore creativo del brand
Philosophy.
"Oggi per me inizia una nuova avventura per cui devo
ringraziare Alberta. Anche mentre preparavo questa collezione di
debutto - racconta Serafini prima dello show - non mi ha voluto
influenzare in alcun modo, lasciandomi piena libertà". Per la
sua prima sfilata dalla nomina alla direzione creativa, avvenuta
lo scorso ottobre, un mese dopo che Alberta Ferretti ha
annunciato il suo ritiro, Lorenzo ha scelto come set palazzo
Donizetti, sede milanese della maison. Un omaggio alla
fondatrice, oggi seduta a bordo passerella, e un ponte con il
passato, ma senza nostalgia.
Più che uno stile, Serafini racconta infatti di aver cercato
di interpretare un messaggio, quello che da sempre Alberta
Ferretti - oggi vicepresidente del gruppo Aeffe - ha rivolto
alle sue clienti, da donna a donna, invitandole a non trascurare
la propria parte più delicata, anche in un mondo dominato da
regole maschili. Oggi Lorenzo fa suo quel credo con una
collezione dedicata alle 'progressive romantics', "le donne che
combattono per la loro indipendenza - spiega - senza rinunciare
alla parte emotiva e romantica" e, ovviamente, allo chiffon, il
tessuto per antonomasia di Alberta.
Per queste romantiche di oggi, Serafini ha disegnato slip
dress in georgette con ruches, da abbinare a cappotti in double
destrutturati e pantofole in vernice, abiti a colonna con cappa,
modelli a sottoveste in satin, suit decostruiti, smoking jacket
lunghe con ruffles di seta e, ovviamente, chiffon. Ed è un
capolavoro realizzato con 30 metri di chiffon plissettato
l'abito da sposa color avorio che chiude lo show, in un "omaggio
alla femminilità di Alberta e in un messaggio universale -
conclude Serafini - a tutte le donne".
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