(di Mauretta Capuano)
Raro caso di poeta, insieme a René
Char e Saint-John Perse, ad essere pubblicato ancora in vita
nella prestigiosa collezione della Biliothèque de la Pléiade,
Philippe Jaccottet, morto a 95 anni nella notte tra il 24 e il
25 febbraio, è stato più volte candidato al Premio Nobel.
Considerato uno dei maggiori poeti europei, è stato anche un
grande saggista e traduttore di giganti come Rilke, Musil e
Ungaretti.
Il 17 marzo sarà pubblicata da Marcos Y Marcos una sua opera
in prosa inedita in Italia, inclusa nella Pleiade di Gallimard:
'Passeggiata sotto gli alberi' nella traduzione di Cristian
Rossatti, con la prefazione di Fabio Pusterla che ha curato
molte sue opere. "Respiro solo dimenticandomi di me" afferma
Jaccottet che nelle sue opere interroga la natura, la morte. In
questo libro, una testimonianza generosa, tesa e radicale, svela
la rara intensità di mettersi in cammino, regolare il ritmo del
passo e del respiro, avanzare nel bosco, su un terreno malcerto.
Cogliere il momento di confine in cui l'ombra della notte
assorbe gli alberi, i giardini, le vigne, le rocce. Ce la fa
toccare e affidandoci a lui, tratteniamo il fiato di fronte a
una sorgente pura. "Lo seguiamo allora anche più in là, sulle
tracce di una parola che non tradisca quella luce originaria: la
parola poetica.
Senza certezze, con la sorridente esitazione di chi dipana un
filo nel momento stesso in cui lo segue, Jaccottet ci dona i
suoi dubbi, i suoi lampi, la possibilità salvifica di
sperimentare e descrivere la meraviglia" come spiega Pusterla.
Svizzero di lingua francese, vincitore del Premio Goncourt
per la poesia nel 2003 e di tanti altri riconoscimenti tra cui
il 'Grand prix national de Traduction' nel 1987, Jaccottet era
nato il 30 giugno 1925 a Modon, nel cantone svizzero di Vaud ma
ha vissuto la maggior parte della vita, oltre mezzo secolo, a
Grignan, nel sud della Francia, dove è morto e dove sarà
sepolto. Dopo gli studi in lettere all'università di Losanna, ha
vissuto anche a Parigi per un breve periodo, lavorando come
corrispondente dell'editore Mermod.
La sua prima raccolta di poesie è 'L'Effraie' del 1953,
uscita per Gallimard. Ha collaborato a La Nouvelle Revue
Française dove ha fatto conoscere la letteratura tedesca. Fra le
sue raccolte più celebri Il barbagianni. L'ignorante (1958) e
Alla luce d'inverno (1977), pubblicata da Marcos y Marcos nel
1997 che ha in catalogo abbiamo anche 'E, tuttavia'.
Oltre alla poesia è autore di numerosi volumi in prosa, diari
e di critica letteraria tra cui uno studio su Jean-Pierre
Lemaire in 'Jean-Pierre Lemaire: Les Marges du jour'. Oltre a
Musil, del quale ha fatto conoscere in Francia 'L'uomo senza
qualità', ad Ungaretti e Rilke, ha tradotto il russo Ossip
Mandelstam e gli si deve una trasposizione dell'Odissea di
Omero, dei versi di Friederich Hölderlin e di "Morte a Venezia'
di Thomas Mann.
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