(di Paolo Petroni)
Un libro questo ''IO LI CONOSCEVO
BENE'' (LA NAVE DI TESEO, pp. 334 - 22,00 euro) che ti tira
dentro le sue pagine che vivono dei ricordi di Maurizio Porro
che racconta le sue frequentazioni del mondo dello spettacolo,
tra cinema e teatro, rincorrendo e associando luoghi, persone,
personaggi, scene e titoli, musiche e canzoni in una sorta di
flusso di coscienza, di libere associazioni nel tentativo di
rivivivere e far rivivere o vivere al lettore le emozioni di una
vita di spettatore e giornalista.
Come il regista pirandelliano dei Sei personaggi, così a lui
compaiono davanti e prendono vita occupando tutta la scena
attori e registi conosciuti negli anni: ''Mi giro e vedo che in
casa ci sono molti di questi ricordi, improvvisamente reali'' e
vuole verificare se viverli nel ricordo alla fine porta a
riscoprire ''l'emozione primaria'' quella del primo incontro.
''Mi giro e vedo che a tavola sono sedute Gelsomina e Cabiria,
due donne diverse ma un unico imperativo morale. E basta un
cenno paranormale di Rol e diventano Giulietta Masina, che fa un
cenno al marito di raggiungerla, sempre con un sorriso''. E poi
ecco che si aggiungono Mariangela Melato ''la mia sorellina
milanese'', Monica Vitti ''bella e spiritosa'', e poi ''ci sono
Antonioni col suo tenerissimo sorriso e Girgio Strehler più
leonino che mai con la sua criniera turchina, apparsa per uno
sbaglio del suo parrucchiere di fiducia''. Tutti assieme
''queste signore e signori adobbati con costumi così fastosi che
oggi non si potrebbe più, sono stati la ragione di una vista
spesso riflessa nei loro sguardi che diventavano i miei
automaticamente, anche se raccolti da lontano, dai numerati o da
posti in piedi''.
Insomma, questo 'Io li conoscevo bene', è un memoire per
interposte persone ricco di curiosità e notazioni perché è ''un
equilibrismo psicologico non facile quello che avviene davanti a
uno spettacolo. E' come dire ecco questa è l'emozione che ho
provato, che mi ha formato, questo buio insala o questa chisura
di sipario... che mi fanno tremare il cuore'' come una scena di
'Rocco e i suoi fratelli' nel crescendo delle musiche di Rota,
uno degli appuntamenti che sono stati un ascoperta per Maurizio
Porro, o il finale dei 'Giganti della montagana' col carretto
che si spezza con la regia di Strehler, che ebbe storici 38
minuti di applausi.
Se il cerchio di questo ricordare parte da ''Biancaneve'' di
Disney vista da bambino con la mamma al cinema Meravigli
(doppiata da Rosetta Calavetta, che poi sarebbe diventata anche
la voce di Marilyn) e si chiude con quel ricordo e la mano della
madre che si ravviva i capelli biondi prima di uscire, le pagine
più rutilanti e vivaci sono quelle in cui si riflette il mondo
del varietà, della rivista e poi, pian piano, grazie a Garinei e
Giovannini, della commedia musicale, tra anni di risate, di
sketch e marce dei bersaglieri, o una giovanissima Isa barzizza
al debutto che aspetta il costume e le vengono recapitate solo
tre stelle ''da disporre non casualemnte sul bellissimo corpo
adolescenziale''.
E scorrono così anche decenni della storia di Milano e di
questo paese che si riflette e si racconta in teatro e al cinema
con mille piccoli ricordi e curiosità sui vari personaggi
italiani che rivede seduti alla sua tavola, ma anche poi attori
e registi, spettacoli e film internazionali da Hitchcock a Woody
Allen, da Mae West a Tom Cruise.
E di tutti, in chiusura del volume, ecco le brevi schede
biografiche degli ''ospiti'' di Porro e del libro che
comprendono 114 pagine e sono curiosamente (amichevolmente?) in
ordine alfabetico per nome e non per cognome, cui segue anche,
per i più nostalgici, un elenco/racconto dei luoghi, dal negozio
di Alemagna al Teatro Nuovo.
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