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In un libro la grande amicizia tra Svevo e Joyce

In un libro la grande amicizia tra Svevo e Joyce

Enrico Terrinoni racconta i due scrittori ne La vita dell'altro

ROMA, 29 settembre 2023, 16:36

Redazione ANSA

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ENRICO TERRINONI, LA VITA DELL'ALTRO (BOMPIANI, PP. 243, EURO 20) Svevo e Joyce erano molto amici. A raccontare il legame che univa questi due giganti della letteratura mondiale è il saggio La vita dell'altro di Enrico Terrinoni, accademico, docente di Letteratura inglese all'Università per Stranieri di Perugia, e studioso di Joyce di cui ha tradotto anche le opere. "Quello tra Svevo e Joyce fu un incontro di destini", scrive Terrinoni. Joyce a Trieste insegna inglese. Svevo a quel tempo è un signore di mezza età, frequenta il collega irlandese prima da allievo e dopo progressivamente entrano in confidenza. Si scambiano gli scritti e si stimano a vicenda. Svevo aiuta economicamente Joyce, che è sempre in bolletta. Joyce ricambia facendo diventare Svevo un caso editoriale internazionale.
    Molte affinità tra i due, entrambi rivoluzionari nel modo di scrivere e concepire la letteratura. Li accomunava anche il fumo. Tuttavia Joyce non era un fumatore ai livelli di Svevo.
    Però Joyce aveva il vizio della bottiglia. A Trieste frequentava le osterie e l'Opolo di Lissa era il suo vino preferito.
    Erano ironici e fuori dagli schemi. Il loro stile abbatteva gli steccati, sfidava le aspettative, spiazzava i lettori. Joyce mescolava in maniera irriverente i generi, ruppe il confine tra lingua parlata e lingua scritta. Svevo pure creò una lingua sua, lontana dalla tradizione precedente. Ulisse e La coscienza di Zeno sono romanzi che hanno narrato la vita, certamente di Italo Svevo e James Joyce, e universalmente la vita di tutti coloro che in quelle pagine ancora oggi si rispecchiano.
   

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