(di Amalia Angotti)
Non ci sono divisioni e neppure
veti. Il nuovo direttore del Salone del Libro però non c'è
ancora e la scelta non sembra neppure imminente. Si può
sintetizzare così l'esito della riunione in Regione del comitato
direttivo del quale fanno parte enti pubblici e soggetti
privati. Sono stati analizzati i 53 curricula inviati per la
manifestazione di interesse chiusa l'11 dicembre, ma almeno per
ora il nome giusto per affiancare e poi sostituire Nicola
Lagioia non è stato individuato. C'è però l'identikit su cui
tutti concordano: giovane e capace di dialogare con i giovani,
attento all'editoria professionale, alla scienza, alla
tecnologia e all'ambiente, in grado di ampliare sempre di più la
vocazione internazionale del Salone.
"Non ci sono due schieramenti, pubblico e privato, l'un
contro l'altro armato, che non trovano un accordo. Non ci sono
veti. L'obiettivo non è tirare fuori il meno peggio, ma il
meglio per il Salone del Libro" spiega Giulio Biino, presidente
del Circolo dei Lettori. "Cerchiamo un leader. La nomina deve
guardare al futuro. Vorremmo un candidato in grado di far
crescere ancora il Salone. Ci vorrà tempo, ma tanto il direttore
oggi ce l'abbiamo e stiamo lavorando alacremente per organizzare
il Salone 2023" sottolinea Silvio Viale, presidente
dell'Associazione Torino Città del Libro che rappresenta gli
organizzatori privati del Salone.
I soggetti coinvolti nell'organizzazione sono Regione
Piemonte, Città di Torino, Fondazione Circolo dei lettori e
Associazione Torino, la Città del Libro. Del comitato direttivo
fanno parte oltre a Biino e a Viale, Marco Pautasso, segretario
generale del Salone, Vittoria Poggio, assessora regionale alla
Cultura,, Rosanna Purchia, assessora comunale alla Cultura e, in
rappresentanza di Associazione Torino, la Città del Libro, oltre
a Viale, Piero Crocenzi e Francesca Mancini. Lo Statuto prevede
che il nuovo direttore venga eletto con sei voti su sette, ma si
cercherà l'unanimità.
"La manifestazione d'interesse - ha ricordato Biino - è stata
indetta per la volontà della parte pubblica di individuare il
nome del direttore attraverso una rosa di persone che si sono
candidate, quindi senza chiamata diretta. Fino a oggi non
abbiamo chiesto di fare il direttore a nessuno che non fosse tra
i candidati. Non abbiamo neppure chiesto a Lagioia di restare.
Se poi, per mille motivi, non riuscissimo a individuare la
figura adatta per il bene del Salone, è chiaro che si sceglierà
la strada di andare all'esterno".
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