Piccoli libretti, manifesti di grande formato, pieghevoli che raggiungono svariati metri di lunghezza, tavole illustrate.
Per la prima volta le 14 copie originali complete della rivista 'Imago' sono esposte sotto teca con tutti i contenuti e a parete per i pieghevoli di grandi dimensioni nella mostra 'Imago 1960-1971' che si è inaugurata l'8 settembre alla Galleria Corraini di Mantova, nel giorno d'apertura del Festivaletteratura.
L'aspetto è sempre quello di una busta: una cartellina di un
colore ogni volta diverso, dove spiccano in nero il titolo e il
numero dell'uscita e che custodisce una grande varietà di
materiali.
Un'avventura culturale nella Milano degli anni Sessanta che
viene per la prima volta raccontata anche in un volume: 'Imago
1960-1971' (Corraini Edizioni), a cura di Giorgio Camuffo,
presentato al Festivaletteratura.
La mostra, che resterà aperta fino al 30 ottobre 2021, propone
anche ingrandimenti e stampe dei più rappresentativi materiali
contenuti in Imago e una selezione di opere e libri degli
artisti che hanno contribuito e collaborato al progetto.
Storica rivista aziendale, ideata da Michele Provinciali e
Raffaele Bassoli, 'Imago' ha attraversato gli anni del boom
economico e del Sessantotto, fino ad affacciarsi agli anni
Settanta.
Nell'arco di dieci anni ha riscritto le regole su cosa è e cosa
può fare una rivista, rivelandosi uno dei progetti più
rivoluzionari della grafica italiana. Un grande lavoro
collettivo al quale hanno partecipato grandi nomi del design,
della letteratura e della grafica di quegli anni, come Achille e
Pier Giacomo Castiglioni, Bruno Munari, Giulio Confalonieri, Max
Huber, Giancarlo Iliprandi, Pino Tovaglia, Dino Buzzati,
Giuseppe Pontiggia, Giovanni Arpino, Germano Celant e Gillo
Dorfles. Imago è stata soprattutto un'isola felice di libera
sperimentazione, testimonianza del ruolo dei grafici tra boom
economico e contestazione, delle tendenze artistiche dell'epoca,
del rapporto che si era sviluppato in quegli anni tra industria
e cultura ben documentato nel libro.
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