Le sue carte giacciono fianco a fianco a quelle dell'amico e "compagno di strada" Jack Kerouac alla New York Public Library. Anticonformismo, eroina comprata e venduta, una scrittura spericolata e antisociale che segna e graffia il lettore, influenzato dai surrealisti, da scrittori come Celine, dalla fantascienza e dal linguaggio forte, spesso utilizzato con l'accento degli slums: William Burroughs, uno dei profeti dei Beat e sua volta l'ispiratore di cineasti e musicisti rock, da David Bowie a Kurt Cobain, moriva il 2 agosto 1997 a Lawrence, Kansas, la città dove aveva vissuto i suoi ultimi 15 anni, più a lungo che nelle tappe esotiche della sua avventura umana: Marocco, Londra, New York, Parigi, Messico. Un'infanzia dorata, una vita maledetta.
Il profeta di tutte le droghe era nato a St. Louis il 5 febbraio 1914 col "cucchiaino d'argento in bocca" in una famiglia del Social Register. Dopo la laurea a Harvard i genitori gli garantirono una "paghetta" di 200 dollari al mese, cifra ragguardevole per allora, che consenti' a Burroughs di diventare, libero da preoccupazioni materiali, un protagonista di quella stagione sociale, politica e culturale che spazzo' via dalla letteratura tradizioni e perbenismo, paesaggi tranquillizzanti e buoni sentimenti. Irruppero con Burroughs - e con gli altri Beat Allen Ginsberg, Kerouac, Lawrence Ferlinghetti e Gregory Corso - il disagio della marginalita', scenari brutali, descrizioni provocatorie, l'eccesso e la disperazione. L'autore del "Pasto nudo" invito' i lettori "dallo stomaco delicato" a rivolgersi ad altre fonti letterarie. E poiche' la scrittura per lui era vita, Burroughs stesso si immerse in quel mondo descritto con stile allucinato e sulfureo: ex barman, ex detective, appassionato di armi - con una delle quali uccidera' la seconda moglie e madre di suo figlio Joan Vollmer giocando a "Guglielmo Tell" con un bicchiere d'acqua sulla testa della malcapitata - Burroughs si dedico' egli stesso all'eccesso.
Omosessuale dichiarato, dopo la morte di Joan nel 1951 Burroughs comincio' a viaggiare: a Tangeri, dove incrocio' Paul Bowles, visse in un bordello gay mantenuto da un gangster, e poi Parigi, in America Latina, ancora in Europa e in Africa. Il successo era arrivato con "Junkie", pubblicato sotto pseudonimo nel 1953, in cui racconta le sue esperienze da tossicomane. Segui' nel 1959 "Pasto nudo" che a fine anni 50 fini' in tribunale per aver violato le leggi Usa contro la sodomia: l'ultima opera di letteratura - composta cioè di parole, senza foto o illustrazioni - processata in America per oscenità. Nel 1983, in piena era Reagan, l'ingresso nell'establishment: fu eletto tra le grandi firme della American Academy and Institute of Arts and Letters, l'anno dopo fu insignito dell'Ordre des Arts et des Lettres di Francia. Burroughs che Kerouac defini' il piu' grande scrittore satirico dopo Jonathan Swift si guadagno' l'elogio di Norman Mailer: "L'unico autore americano plausibilmente posseduto dal genio".
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