C'erano una volta i quattro
colonnelli della commedia all'italiana, i nostri moschettieri
della risata: il mattatore Gassman, lo straripante Sordi, il
ruspante Tognazzi e il più discreto Manfredi, cui si aggiungeva
spesso, coi modi di un moderno Aramis, Marcello Mastroianni.
Saturnino, in arte Nino, Manfredi è stato l'ultimo a lasciare la
scena, il 4 giugno del 2004, ma vent'anni dopo possiamo misurare
quanto il suo stile, la sua professionalità, il suo talento
creativo siano stati fondamentali per almeno quattro generazioni
di cinema italiano, con modi sempre diversi dal teatro (dove si
impose fin dal 1947) al cinema e alla televisione (lasciati nel
2003), passando per il teatro di rivista, la radio, la commedia
musicale e la canzone, la regia, la pubblicità.
La prima parola che viene in mente per definirlo è
"versatilità": sapeva fare tutto, Nino Manfredi e forse proprio
questa duttilità rende difficile una sua collocazione
definitiva.
Era caratterista e primo attore, umorista e cantante (a modo suo), uomo del polo e raffinato intellettuale.
Per
definire questa, più segreta, immagine del suo talento, bastano
le regie di "L'avventura di un soldato", folgorante episodio
senza parole di "L'amore difficile" del 1962, l'autobiografico
"Per grazia ricevuta" del 1971, il crepuscolare "Nudo di donna"
del 1981. Una sortita ogni dieci anni, quasi a ricordare a tutti
che non era soltanto un buon esecutore, ma un autore con la
lettera maiuscola. Non a caso, alla fine della carriera, affidò
sempre più spesso la cinepresa al figlio Luca, riservandosi
partecipazioni sornione a copioni su cui aveva messo, sempre con
discrezione, le mani in prima persona.
Vincitore di moltissimi premi nazionali e del Premio a Cannes
per il miglior esordio con "Per grazia ricevuta", Nino Manfredi
resta legato comunque soprattutto a quella romanità universale,
cinica in apparenza, appassionata in segreto, che Luigi Magni
seppe disegnargli addosso per quasi tutta una carriera che li
vide gemelli: autore l'uno e interprete l'altro di una Città
Eterna che conserva la memoria del tempo.
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