Mentre Jean-Jaques Annaud ci porta nel disastro di Notre-dame in fiamme, Jacques Audiard in PARIGI 13° Arr. si allontana volutamente dal centro della capitale di Francia e ci fa vedere, in bianco e nero, il quartiere di Les Olympiades (noto per le otto torri residenziali costruite tra il 1969 e il 1974 per celebrare i giochi olimpici), in cui i giovani sono 'liquidi' e precari in tutto: lavoro, sesso e affetti. "Il film nasce da due desideri sovrapposti - dice a Roma il regista di questo suo film, già in concorso a Cannes e in sala da domani con Europictures -: fare una storia d'amore e poi ambientarla in una Parigi non museale, come se fosse Shanghai".

Cosa succede nel film basato su KILLING AND DYING, raccolta di racconti grafici del fumettista newyorkese Adrian Tomine? Si intrecciano le storie passional-sentimentali ed erotiche di tre giovani personaggi. Intanto c'è l'asiatica Émilie (Lumina Wang), che lavora in uno squallido call-center e si ritrova ad affittare una stanza a un giovane e fascinoso professore nord-africano, Camille (Makita Samba). Tra loro è subito sesso, ma poi nella vita del professore, diventato immobiliarista, entra la bella Nora (Noémie Merlant). Ma non finisce qui, per Nora arriva pure il 'porn revenge' con tanto di video messo in rete che la mostra mentre fa sesso con uno sconosciuto che l'ha scambiata per la "cam girl" Amber Sweet, che le somiglia molto e con la quale instaurerà, tra le mille fragili relazioni del film, una sana e normale amicizia. "Non ho la pretesa di parlare al posto dei giovani, non lo sono più da un bel pezzo - dice il regista classe 1952 e Palma d'oro per DHEEPAN-, ma avevo da tempo voglia di scrivere una storia d'amore come LA MIA NOTTE CON MAUD di Éric Rohmer. Lì un uomo e una donna parlano per una notte intera e quando vanno a letto non fanno più l'amore perché l'atto è come già compiuto attraverso la parola. Ora invece è il contrario, prima si va a letto, poi in caso si parla. Esiste ancora, al giorno d'oggi, un discorso amoroso nell'epoca delle app per incontri? In questo film, forse non a caso, il discorso più intimo avviene tra due donne, attraverso il filtro dello schermo di un computer". Per quanto riguarda le molte scene di sesso, dice: "Mi trovo a disagio con queste riprese, sono le sequenze più difficili da girare, un po' come quelle di violenza, perché mentre giri sai che è qualcosa che non accade realmente. Per questo ho scelto di far lavorare preventivamente gli attori con un coreografo e un coach. A questo punto io dovevo semplicemente rimanere a distanza". I personaggi del film? "Sono molto chiacchieroni, narcisisti, convinti di essere anche molto intelligenti: in realtà sono immaturi, ancora adolescenti. Adorano molto parlare, perché convinti che il silenzio sia già l'inizio della morte, e per questo a volte magari dicono grandi cavolate. Per me invece è tutto diverso, l'intelligenza e il fascino passano attraverso la parola". Nel futuro di Audiard un nuovo progetto: "Una commedia musicale che girerò in Messico, con cast ancora da definire. Ho un po' di timore perché le commedie non è che mi piacciano molto, staremo a vedere".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA