CASABLANCA BEATS (HAUTH ET FORT) di Nabil Ayouch, già a Cannes 2021 e ora al Medfilm Festival prima di arrivare in sala nel 2022 con Lucky Red, racconta molto bene, e con ritmo, un pezzo di vita del regista e allo stesso tempo una certa realtà, ma ricalca altrettanto bene molti stereotipi di questo tipo di film, o serie tv, che parlano di riscatto, attraverso la danza o la musica, nelle periferie del mondo.
Scritto dallo stesso Ayouch e da Maryam Touzani, ha come
protagonista l'ex rapper Anas (Anas Basbousi) che trova lavoro
in un centro culturale in un quartiere operaio di Casablanca.
Incoraggiati dal loro nuovo carismatico insegnante, i suoi
studenti cercano, poco a poco, di liberarsi dal peso delle
tradizioni restrittive con cui sono stati cresciuti.
L'hip hop, proprio come insegna il loro professore, è la
musica rivoluzionaria per eccellenza, quella capace di cambiare
le cose e che in America ha dato voce per prima alla cultura
afroamericana. E i ragazzi, va detto, lo seguono con efficacia
anche se i problemi li hanno con i propri genitori e,
ovviamente, con certa cultura islamica integralista.
Girato nel centro culturale Les Etoiles de Sidi Moumen di
Casablanca, che Ayouch ha creato nel 2014 con la scrittrice Mahi
Binebine, il lungometraggio è comunque ispirato da un
laboratorio hip-hop gestito dal rapper marocchino Anas Basbousi,
che appare anche nel film. "Quello che mi ha salvato quando
stavo crescendo a Sarcelles è stato un centro culturale dove ho
imparato a ballare il tip tap, cantare e fare teatro - ha detto
il regista a Variety -. Lì ho visto i miei primi film: Chaplin,
Ėjzenštejn. Questo è probabilmente il motivo per cui sono
diventato regista in seguito. Così ho deciso di restituire in
qualche modo quello che mi era stato dato quando ero giovane".
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