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Condividere speranza, il Giubileo degli artisti

Condividere speranza, il Giubileo degli artisti

Apre con l'incontro Sharing hope-Horizons for Cultural Heritage

ROMA, 15 febbraio 2025, 22:46

di Laura Valentini

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Se è vero che "il codice culturale religioso partecipa in modo irrefutabile alla costruzione del mondo e rende possibile la sua comprensione" come è possibile garantirne l'eredità da parte dei custodi del patrimonio artistico ad esso legato? Parte da quanto affermato dal Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione del Vaticano, in apertura dell'incontro «Sharing hope - Horizons for Cultural Heritage», il confronto sulla speranza quale esperienza antropologica globale e dell'eredità culturale fra i responsabili di alcune tra le più prestigiose istituzioni artistiche e museali al mondo. L'incontro avviene nell'ambito del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, che si celebra a Roma da oggi 15 febbraio sino al 18 su iniziativa del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede in collaborazione con i Musei Vaticani. Il Giubileo degli artisti è dedicato anche agli operatori del mondo dell'arte il cui ruolo, come afferma la Direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta "è essenziale nella trasmissione dei codici religiosi, della tradizione, della fede e dell'arte stessa. I Musei Vaticani, come istituzione e luogo di dialogo tra arte e spiritualità, riconoscono il valore di curatori, direttori, docenti e di tutti coloro che, attraverso la divulgazione e l'insegnamento - afferma ancora - custodiscono e trasmettono questo patrimonio. Questo Giubileo è un segno di riconoscenza e un'opportunità di riflessione sul loro prezioso contributo" che confluirà nella sottoscrizione di un Manifesto educativo sulla trasmissione del codice culturale delle religioni. Musei e istituzioni artistiche "di questi tempi devono guardare alla tradizione e alla storia vivendo stabilmente il presente - osserva Jatta - con uno sguardo rivolto al futuro" dal momento che "i codici cambiano perché la società cambia velocemente".
    Per il direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura Massimo Osanna è importante "far sì che i nostri musei diventino un luogo di confronto e di incontro; per poter elaborare un codice occorre che i musei siano un luogo aperto ai pubblici, parola che declino al plurale nella consapevolezza che dobbiamo rivolgerci a tutti . Per questo - ricorda Osanna - il ministero avvalendosi anche dei fondi del Pnrr ha messo a disposizione 300 milioni per rendere accessibili musei e biblioteche a tutti, non solo in termini di abolizione delle barriere architettoniche ma di quelle sensoriali e cognitive. Per troppo tempo i musei hanno parlato solo a chi aveva almeno una competenza di base" osserva.
    A sottolineare come le opere di tipo religioso possono essere valorizzate ricorrendo a codici diversi è il direttore della National Gallery Gabriele Finaldi che ricorda come la mostra 'Seeing salvation. The image of Christ' organizzata per il Giubileo del 2000 il cui fine proposto era "esplorare il modo in cui gli artisti avevano deciso di rappresentare Cristo" aprì nuove orizzonti per il museo londinese: il suo modus operandi "fu usato per altre manifestazioni fino alla mostra dedicata a San Francesco nel 2023 prendendo spunto dalla presenza dell'immagine del santo in tante opere del museo" di artisti come il Beato Angelico, Botticelli, Rembrandt. "Si riconosceva il valore attuale di Francesco come fonte di ispirazione per il dialogo tra le religioni e la comune responsabilità per la terra", spiega ricordando come fu esposto anche "parte del saio di Francesco che come reliquia divenne una attrazione per i visitatori religiosi" ma che fu anche posta in dialogo con un'opera dell artista umbro Alberto Burri, che con le sue tele di sacco rivoluziono' il mondo dell'arte in Italia e nel mondo.
    Tra i tanti responsabili di musei e istituzioni intervenuti all'incontro, Miguel Falomir Faus direttore del museo del Prado di Madrid, nel ricordare come "più di metà della nostra collezione è di arte religiosa cristiana" in un museo pubblico che l'anno scorso è stato visitato da 3 milioni e mezzo di visitatori molti dei quali proveniente da paese con altre tradizioni culturali, "e anche nella stessa Spagna si constata una crescente ignoranza dell'iconografia cristiana: così - spiega - abbiamo ampliato le nostre identificazioni e spiegazioni di quanto rappresentato sia nelle didascalie che nelle guide e pubblicazioni e sui nostri social"; a questo si aggiunge il principio costante "di contestualizzazione storica" come nella nuova mostra su El Greco. E se per Kaywin Feldman, direttrice della National Gallery di Washington, forte della più ampia collezione dedicata al rinascimento degli Usa, anche dalle reazioni dei visitatori si rileva che "arrivano al museo per fare qualcosa che li fa stare bene e in questo senso diventa evidente come la bellezza sia la chiave per la spiritualità nell'arte", il direttore del museo egizio di Torino Christian Greco sottolinea come bisogna "imparare come anche il senso del sacro deriva da stratificazioni" culturali e sociologiche avvenute nel tempo visto che "non ci sono categorie che ci portano da un'epoca all'altra". Il Giubileo degli artisti intanto apre anche all'arte contemporanea con lo spazio espositivo Conciliazione 5, che apre oggi pomeriggio lungo l'omonima via che conduce i pellegrini alla Basilica di San Pietro. La programmazione, affidata per il 2025 alla curatrice Cristiana Perrella, sarà incentrata su progetti d'arte contemporanea ad artisti internazionali, sul tema della Speranza. Si comincia con i ritratti della comunità carceraria di Regina Coeli: realizzati dall'artista Yan Pei-Ming, saranno esposti presso lo spazio Conciliazione 5 e proiettati da stasera sulla facciata dell'Istituto penitenziario.
   

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