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Achille Funi, un maestro del Novecento tra storia e mito

Achille Funi, un maestro del Novecento tra storia e mito

Oltre 120 opere a Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 28 ottobre

FERRARA, 27 ottobre 2023, 13:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ferrara, la sua città natale, rende omaggio a Virgilio Socrate Achille Funi (1890-1972), artista che ha attraversato da protagonista i principali movimenti che hanno caratterizzato la cultura italiana della prima metà del Novecento, con una vasta rassegna antologica 'Tra storia e mito' organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'Arte del Comune, in programma dal 28 ottobre al 25 febbraio a Palazzo dei Diamanti.
    Dopo essersi distinto nell'ala moderata del futurismo, Funi è salito alla ribalta tra i grandi interpreti del Realismo magico, del moderno classicismo di Novecento e del muralismo degli anni Trenta, pur mantenendo una spiccata autonomia.

Innamorato dei miti classici e della sapienza rinascimentale, al punto da essere considerato un moderno umanista, ha saputo celebrare "l'eternità della vita nell'arte" attingendo ai valori formali della tradizione figurativa antica come al linguaggio più attuale di Cézanne, Picasso, Derain, de Chirico.

La mostra offre al pubblico l'occasione di rileggere l'intera parabola creativa del pittore attraverso più di 120 opere, tra cui figurano i massimi capolavori dell'artista. Dipinti ad olio e a tempera, acquerelli e disegni a carboncino e a sanguigna, fino ai cartoni preparatori per i grandi affreschi e mosaici permetteranno di riscoprire il talento di uno dei più grandi maestri del Novecento.
    Il percorso prende avvio dalle prime prove accademiche del giovane Funi che lasciano presto spazio alla ricerca d'avanguardia e a una fase futurista di segno moderato, scaturita dalla frequentazione di Boccioni, Carrà, Russolo e Bonzagni. Il visitatore viene poi accompagnato attraverso le tappe del Ritorno all'ordine che si sviluppa nell'Europa del dopoguerra e di cui Funi si fa interprete, poi le opere degli anni Trenta e Quaranta dove affronta con uno stile del tutto personale i generi della storia dell'arte, dal ritratto alla pittura storico-mitologica. L'esposizione si conclude con la stagione della pittura murale: assieme a Sironi, Funi ha dato nuovo slancio alla tradizione italiana dell'affresco e del mosaico impegnandosi nella decorazione dei nuovi edifici pubblici sorti nell'ambito dell'estesa attività edilizia e urbanistica promossa dal regime.
   

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