SPOLETO - La vita e la morte: l'amore è le emozioni sono stati i protagonisti del secondo fine settimana del festival dei Due mondi di Spoleto con la prima nazionale di 'Divina invención o la celebración del amor' di e con il drammaturgo franco-uruguayano Sergio Blanco, di 'Into the Hairy' nuovo spettacolo della coreografa Sharon Eyal e la prima assoluta di 'Harawi. Canto dell'amore con musiche di Olivier Messiaen e concezione della regista artista Silvia Costa. 'Into the Hairy' significa letteralmente nel peloso, ma hairy oltre che irsuto in inglese ha tanti significati: scabroso, delicato, difficile, azzardato. Soprattutto, ha spiegato Eyal a fine giugno al debutto mondiale a Montpellier Danse, "è essere all'interno di qualcuno". Sette danzatori, ciascuno con la personalità, sono in scena in uno spazio con luci basse in cui arriva una musica dal ritmo battente, composta appositamente da Koreless, dj e produttore di musica elettronica. D'altronde Eyal - che come sempre anche per questo spettacolo ha collaborato con Gai Behar - ha sempre amatoi club underground. Inguainati in costumi realizzati da Maria Grazia Ciuri per Christian Dior Couture i ballerini della compagnia di Eyal L - E - V hanno interpretato la violenza dell'amore, della nascita, della morte, realizzando figure ardite in gruppo, a coppie o singolarmente.
Un misto di linguaggio gaga - quello della Batsheva Dance con cui Eyal ha danzato venti anni e ha realizzato le prime coreografie - e balletto portato all'estremo. Seduto a una scrivania invece Blanco ha presentato una sorta di dissertazione sull'amore, con prologo, epilogo e 30 frammenti di racconto: suggestioni come la musica di Eric Satie e i quadri di Francis Bacon capace di mostrare anche la violenza dell'amore, un tema che è indissolubilmente legato a quello della morte. Nella chiesa sconsacrata di San Simone hanno risuonato invece le note di Harawi, terzo ciclo vocale di Messiaen, eseguite al pianoforte da Costanza Principe e dalla soprano Katrien Baerts.
A dare una drammaturgia a questa musica ci ha pensato Costa, artista ormai affermata dopo la lunga collaborazione con Romeo Castellucci. La scritta amore su una lapide si trasforma in quella di morte durante questo racconto di due amanti che si incontrano e sono costretti all'addio. La sabbia a terra segna il tempi che fugge, rassomiglia alla cenere dei defunti. "I nostri corpi d'un capo all'altro visti dalla morte Inventiamoci - esorta cantando Baerts - l'amore del mondo".
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