Dopo aver illuminato Villa Necchi a Milano ed esplorato e rivisitato il "Green Book" che ha ispirato il discusso film premio Oscar di Peter Farrelly, Derrick Adams usa una galleria di New York come la sua prima casa di Barbie. Luxembourg and Dayan, nell'Upper East Side, occupa la seconda più piccola townhouse di Manhattan e l'ambiente raccolto ha consentito il teatrino che l'artista di Baltimora e il curatore Francesco Bonami hanno inscenato nella mostra "Interior Life" (Vita interiore) aperta da oggi al 20 aprile. Adams, che a 38 anni ha opere nelle collezioni del Metropolitan e del Whitney, e' uno degli artisti piu' "hot" della scena newyorchese. La sua "casa di bambole" nella galleria newyorchese risponde a un progetto creativo avviato un paio di anni fa "per capire cosa attiva lo spazio". Ogni stanza della galleria riproduce in carta da parati un ambiente in due dimensioni e dalla finestra del "salotto" a piano terra, fa capolino un re con la corona in testa.
Ispirata da un principio della dottrina cattolica che descrive "una vita che cerca Dio in ogni cosa", Adams ha creato nuovi ritratti su carta, parte della sua serie di collage "Lavoratori Decostruiti", e li ha installati sulla carta da parati che raffigura immaginari interni domestici. La mostra rientra in una serie di progetti occasionali che Luxembourg and Dayan dedica a importanti artisti contemporanei il cui lavoro ispira nuove riflessioni sui rapporti tra tendenze attuali e storiche del mondo dell'arte. L'anno scorso, senza connessioni con il film che ha vinto l'Oscar, Adams aveva creato per il Museum of Arts and Design di New York una installazione di 50 opere - collage, assemblaggi su pannelli di legno e sculture - per immaginare le destinazioni sicure per i neri americani che si mettevano in viaggio negli anni della segregation razziale. Il "Negro Motorist Green Book", una guida pratica annuale per i viaggiare afro-americani, era stato pubblicato dal postino di Harlem Victor Hugo Green dal 1936 al 1967 e di recente ha ispirato il film di Farrelly con Viggo Mortensen e Mahershala Ali: "Terribile", nel giudizio dell'artista.
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