Due donne imprenditrici di 51 e 39
anni sono state arrestate a Prato così come un imprenditore di
59 anni: i tre sono accusati di sfruttamento dei lavoratori, di
occupazione di stranieri privi di permesso di soggiorno e
intermediazione illecita. I tre imprenditori cinesi guidano
imprese dell'abbigliamento con sedi a Prato e Carmignano. I tre
arresti, spiega la procura, sono stati convalidati dal giudice
per le indagini preliminari.
Nei confronti di uno degli arrestati, titolare dell'impresa
'Confezione di Yar Guangxing' di Carmignano, sono stati
accertati numerosi indici di sfruttamento lavorativo ai danni
dei lavoratori tra cui turni di lavoro prolungati - oltre 12 ore
al giorno - senza interruzioni adeguate né pause. All'interno
della sua azienda sono stati inoltre individuati locali adibiti
a dormitorio per i lavoratori, in violazione della normativa
urbanistica ed edilizia e in pessime condizioni
igienico-sanitarie.
"Questa situazione - spiega il procuratore Luca Tescaroli -
ha comportato una forte limitazione della libertà personale dei
lavoratori, i quali, consapevoli della loro condizione di
clandestinità, evitavano di allontanarsi dal luogo di lavoro".
L'azienda e il relativo capannone sono stati sottoposti a
sequestro preventivo.
Una delle due imprenditrici cinesi arrestate, titolare
dell'impresa "Confezione Sofia di Men Yanna", ha invece definito
la propria posizione patteggiando una pena per il reato di
assunzione di persone prive di permesso di soggiorno. Tra le
irregolarità rilevate nelle ispezioni - eseguite dal personale
dell' Ispettorato Nazionale del Lavoro e dai carabinieri - si
sono "omessa sorveglianza sanitaria, omessa formazione ed
informazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza,
omessa nomina del medico competente; omesso aggiornamento del
Dvr e omessa manutenzione degli estintori". Nei servizi di
controllo sono state anche elevate sanzioni amministrative per
135.000 euro e ammende per 32.000 euro.
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