Nel giorno del 31esimo
anniversario dell'uccisione per mano della camorra del sacerdote
anticlan, don Peppe Diana, a Casal di Principe (Caserta) ad
essere protagoniste sono le scolaresche e gli scout, cioè i
giovani, cui il prete guardava con grande attenzione e
preoccupazione. Ed è a loro che si rivolge il fondatore di
Libera don Luigi Ciotti, che dal giardino esterno di Casa don
Diana, bene confiscato divenuto da qualche anno sede del
Comitato che porta il nome del prete anticlan e punto di
riferimento delle tante iniziative sulla legalità, li esorta a
"rileggere la realtà grazie al messaggio di don Peppe, e a
rendersi così protagonisti di uno scatto di attenzione e
partecipazione, che ora più che mai serve tanto all'Italia
quanto all'Europa. Le mafie sopravvivono e continuano a
reclutare sempre più giovani, perciò don Peppe parlava a loro,
chiedendo di essere parte attiva della comunità e di ribellarsi
al potere camorristico, a non farsi sedurre da messaggi
accattivanti ma ascoltare gli educatori, che sono quelli che vi
vogliono un sacco di bene".
Don Ciotti si dice molto preoccupato per il rapporto
dell'Europol relativo allo stato delle mafie in Europa, diffuso
oggi, "mafie sempre più transnazionali e dotate di alte
conoscenze tecnologiche", che tra i reati commessi da tali
organizzazioni annovera fattispecie tradizionali come il
traffico di droga e contro l'ambiente, e altre commesse proprio
contro i giovani, come lo sfruttamento sessuale minorile.
"Seguite l'esempio di don Peppe - sollecita don Ciotti - che fu
ucciso perchè la camorra voleva spegnere la sua voce, perchè si
era sacrificato per gli altri. Fatelo pure voi".
"Santo Subito" dicono i giovani, parole esposte anche su uno
striscione e rilanciate dal coordinatore del Comitato don Diana,
Salvatore Cuoci. "Ci batteremo per la beatificazione di don
Peppe" promette Cuoci, mentre Marisa, sorella del prete e docent
di scuola, ringrazia emozionata "i tanti studenti presenti",
segno che "il messaggio di mio fratello ha tracciato un solco
profondo nella mente e nei cuori di tanti. A Casal di Principe è
rinata la speranza". "Acquisite saperi - aggiunge poi Marisa
Diana - perchè solo la conoscenza può rendervi liberi, proprio
come credeva don Peppe, e non cedere alle mafie". Presenti il
testimone oculare del delitto don Diana, Augusto Di Meo, non
ancora riconosciuto come vittima innocente della camorra, Carlo
Borgomeo, attuale presidente di Gesac ed ex presidente di
Fondazione con il Sud, e l'ex sindaco Renato Natale.
Il sindaco Ottavio Corvino, al primo anniversario del delitto
dopo l'elezione del giugno scorso, ammette che "a Casal si
respira un'aria diversa nel solco degli insegnamenti di don
Peppe, e ciò si è visto anche alle elezioni di giugno, quando la
partecipazione al voto è stata molto alta, proprio come
auspicava don Peppe, che parlava di partecipazione dei cittadini
alla vita pubblica contro il potere dei clan. E' stato
fondamentale in tal senso il lavoro di ripristino della legalità
e di rilancio del territorio portato avanti da chi mi ha
preceduto, cioè da Renato Natale; e è solo grazie a lui se pochi
mesi fa abbiamo potuto avere elezioni libere".
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