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13 agosto 2007, il cadavere di Chiara ritrovato in fondo alla scala

13 agosto 2007, il cadavere di Chiara ritrovato in fondo alla scala

La scena del delitto e la ricostruzione dell'omicidio

ROMA, 12 marzo 2025, 11:34

di Enzo Quaratino

ANSACheck
Delitto Garlasco, 18 anni di battaglie giudiziarie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Delitto Garlasco, 18 anni di battaglie giudiziarie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Erano da poco trascorse le 13.50, quel 13 agosto 2007, quando, su segnalazione di Alberto Stasi - poi condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio della ragazza - due carabinieri entrarono nella villetta dei Poggi, a Garlasco, e trovarono il cadavere di Chiara in fondo alla scala che conduceva alla cantina.

I militari scavalcarono il cancello pedonale e trovarono socchiusa la porta d'ingresso all'abitazione. Appena entrati nella casa, al piano terra, notarono sulla sinistra un paio di pantofole bianche, un portavaso rovesciato e il sottovaso capovolto.

In prossimità della scala che conduceva al piano superiore videro alcune chiazze di sangue, una delle quali particolarmente estesa. Notarono altre macchine ematiche sul telefono e sulla parete adiacente; un'altra estesa chiazza di sangue e una ciocca di capelli erano davanti alla scala che conduceva alla cantina.

La porta di accesso alla scala della cantina era aperta e la luce era accesa. In fondo alla scala i carabinieri videro una grande quantità di sangue e, infine, il cadavere di Chiara Poggi, in posizione prona, con la testa, che presentava numerose ferite, appoggiata al muro e i piedi rivolti verso l'accesso alla scala del piano terra.

La ragazza - secondo quanto emerso durante le indagini - era stata uccisa quel giorno poco dopo le 9.12, orario di disattivazione dell'allarme della casa. Era stata colpita violentemente con un oggetto (mai identificato) una prima volta alla base della scala diretta al primo piano, poi, probabilmente tramortita, trascinata e gettata lungo la scala per la cantina, lungo la quale sarebbe stata di nuovo violentemente colpita alla testa o avrebbe battuto il capo in corrispondenza del quarto gradino. Il decesso non fu immediato, ma la ragazza morì verosimilmente entro 30 minuti dalla prima aggressione. Il Dna ritrovato sotto le unghie della vittima (risultato verosimilmente da un'azione di difesa) non risultò essere di Stasi. Ora, a 18 anni dal delitto, sulla base di nuove indagini forensi, quel materiale genetico ha portato alla riapertura del caso, con Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per concorso in omicidio. 
   

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