E' stata condannata a 10 anni di
reclusione per aver tentato di uccidere il marito con un
topicida: è la sentenza di primo grado in processo con rito
abbreviato davanti al gup per una cittadina moldava di 48 anni,
difesa dall'avvocato Luca Greco.
"Al momento la mia cliente è libera - ha detto il legale -
sottoposta al divieto di avvicinamento alla parte offesa e
ricorreremo certamente in appello in quanto riteniamo che debba
essere presa in considerazione la perizia del nostro medico
legale secondo cui le dosi di veleno non erano tali da provocare
la morte. Ossia dosi non letali per cui l'ipotesi di reato che
ne sarebbe discesa è quella di lesioni gravi".
Il pubblico ministero Luca Bertuzzi, al termine della sua
requisitoria aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione
per tentato omicidio e il gup Raffaella Ceccarelli ha accolto in
toto la tesi dell'accusa, condannando la donna anche al
risarcimento della parte offesa con 31 mila euro.
Secondo le indagini la 48enne avrebbe tentato un po' alla
volta di uccidere il marito, come si fa con i topi, ossia col
veleno mescolato nel cibo. La vicenda era emersa a causa dei
continui ricoveri del marito per forti emorragie che avevano
insospettito i medici dell'ospedale Infermi. Le successive
analisi avevano quindi rivelato presenza di Bromadiolone e
Coumatetralyl presenti nei veleni contro i ratti. La 48enne fu
arrestata il 28 giugno del 2023 quando durante una perquisizione
la squadra mobile trovò in un cassetto dell'armadio della camera
da letto della coppia, una siringa contenente veleno per topi.
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