"Per la prima volta dalla sua
elezione, nel caso Ucraina, Trump sta rivelando aspetti di
debolezza e approssimazione della sua linea strategica: la sua
impreparazione e le sue dichiarazioni stanno minando la coesione
del fronte anti-russo". Lo ha detto all'ANSA il professor
Arduino Paniccia, presidente di Asce, Scuola di guerra economica
e competizione internazionale di Venezia, e docente di Studi
strategici, a margine di un incontro a Udine.
"In queste settimane, Trump non solo ha insultato apertamente
Zelensky - ha proseguito - ma ha anche fatto emergere una
visione che mina l'unità del fronte europeo e occidentale,
favorendo, di fatto, la frattura tra alleati. Mentre l'orso
russo osserva guardingo, seppur compiaciuto, si augura proprio
questo: un indebolimento dell'Occidente". Per il docente gli
Stati Uniti, dopo il Vietnam e la fuga dall' Afghanistan,
sembrano di nuovo pronti ad abbandonare i propri alleati.
Confermarlo con l'Ucraina "non è certo il miglior viatico per
l'inizio di una presidenza che ha fatto della supremazia e del
potere negoziale la sua cifra distintiva". Se "Panama e Messico
possono genuflettersi, gli ucraini e perfino gli europei non lo
faranno di certo - ha precisato - anzi, la Ue probabilmente
serrerà i ranghi molto più di quanto previsto da chi, come
l'inesperto Vance, si illude di frantumare la sua coesione."
Secondo Paniccia, "non è una buona strategia favorire troppo
Putin con una posizione ambigua, che potrebbe confondere anche i
suoi supporter più leali. La maggior parte degli americani si
aspetta un negoziato duro ma giusto, senza spacchettare la Nato
o perdere l'Ucraina. Trump farebbe bene - conclude l'esperto - a
rinforzare la sua squadra di negoziatori, che finora ha
dimostrato molta loquela, ma meno capacità concrete".
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