Prima udienza oggi a Roma del
processo per circonvenzione di incapace finalizzata alla truffa
e all'appropriazione indebita ai danni del regista,
sceneggiatore e autore televisivo Leandro Castellani, oggi
90enne e di sua moglie Maria Grazia Giovanelli. Sul banco degli
imputati il consulente finanziario Pericle Cenci, 48 anni, di
Cassino, ma residente in Svizzera.
Secondo l'accusa e in base al racconto fatto oggi in aula
dallo stesso Castellani, che vive a Fano (Pesaro Urbino), il
consulente finanziario avrebbe fatto sparire almeno 3 milioni di
euro dei coniugi, dopo aver gestito immobili e denaro per un
ammontare di 20 milioni di valore, sfruttando l'impreparazione
finanziaria della coppia e la loro fragilità emotiva, alimentata
da Cenci. Un patrimonio messo insieme da Castellani in decenni
di lavoro come regista e sceneggiatore alla Rai, spaziando
dall'inchiesta storica, alle serie tv (Le cinque giornate di
Milano, L'affare Deyfus) al giallo, fino al cinema con Don Bosco
(1988), interpretato da Ben Gazzara.
Secondo l'accusa, Cenci nel 2017 e fino al 2018 avrebbe
inculcato nei coniugi la convinzione che il loro patrimonio
fosse a rischio bancarotta se non avessero venduto subito un
attico di loro proprietà nel centro di Roma e non si fossero
affidati a lui, dandogli la delega ad operare sui loro conti
correnti. E così, suggestionati, avrebbero affidato tutti i loro
averi a Pericle Cenci (da qui l'accusa di circonvenzione di
incapace) che attraverso la moglie e la sorella avrebbe fatto
sparire denaro, mobili, opere d'arte, acquistato lingotti d'oro,
senza alcun tipo di ristoro ai legittimi proprietari, i quali si
sono visti portare via con un passaggio di quote azionarie anche
un villaggio turistico tipo albergo diffuso a Montemaggiore al
Metauro (Pesaro Urbino).
Il processo, dopo la costituzione di parte civile attraverso
l'avvocato Federico Gori, e la testimonianza accorata del
regista, è stato aggiornato a maggio 2024.
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