Domenico Livrieri, il 46enne
accusato di avere ucciso a Milano la vicina di casa Marta Di
Nardo, avrebbe dovuto trovarsi in una Rems, una struttura
sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da
disturbi mentali e socialmente pericolosi. Nella struttura,
però, non ci è mai andato per "mancanza di disponibilità -
scrive il gip Alessandra Di Fazio nell'ordinanza di custodia
cautelare in carcere per l'omicidio -, nonostante i ripetuti
solleciti del pm alle autorità di competenza".
Livrieri, infatti, oltre a reati contro il patrimonio, ha due
precedenti specifici per violenza sessuale e sequestro di
persona: per quest'ultimo era stato condannato in abbreviato a 2
anni e otto mesi di reclusione. Il 5 luglio del 2021, per il
reato di violenza sessuale e lesioni, era stata disposta nei
suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere,
poi sostituita a settembre dello stesso anno con la misura della
libertà vigilata, a sua volta sostituita a marzo del 2022 con
quella della Rems, mai eseguita.
Livrieri, scrive il gip, è un "soggetto affetto da
schizofrenia e con gravi patologie psichiatriche che lo rendono
socialmente pericoloso e del tutto incapace di
autodeterminarsi".
Il giudice chiarisce che ora il 46enne deve restare in
carcere, anche perché "tutte le misure di sicurezza
precedentemente applicate sono state vane" e da una relazione
medica risulta che "non esistono terapie specifiche per il
disturbo di personalità per il quale lo stesso è affetto".
L'unica soluzione, ribadisce il gip, "sarebbe stata il ricovero
in Rems, ad oggi mai eseguito".
Lo stesso giudice spiega anche che nel procedimento
sull'omicidio sarà, poi, necessaria una "nuova perizia sulla
capacità di intendere e di volere che si sollecita al Pubblico
Ministero".
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