I ricercatori del gruppo della
professoressa Matilde Todaro del dipartimento di Promozione
della salute, Materno-infantile, di Medicina interna e
specialistica di eccellenza "G. D'Alessandro" (Promise)
dell'Università di Palermo - formato da Alice Turdo, Caterina
D'Accardo, Gaetana Porcelli, Melania Lo Iacono, Irene
Pillitteri, Francesco Verona - hanno recentemente identificato
una popolazione di cellule staminali tumorali, presente nei
tumori resistenti all'ormonoterapia e ai farmaci chemioterapici,
caratterizzata da un'alta espressione di molecole coinvolte nei
meccanismi di riparazione del Dna. Ne dà notizia con una nota
l'Università di Palermo. "Numerosi studi - si legge - hanno
dimostrato l'esistenza di un gruppo di cellule, altamente
resistenti ai trattamenti chemioterapici, responsabili della
recidiva e della formazione di metastasi". "Con questa scoperta
abbiamo identificato un meccanismo con cui i tumori della
mammella possono resistere ai comuni trattamenti anti-tumorali -
spiega la professoressa Matilde -. L'uso di terapie in grado di
colpire selettivamente le cellule tumorali più aggressive
risparmiando le cellule sane dovrebbe permettere di contrastare
la progressione dei carcinomi della mammella". I risultati della
ricerca, sostenuta da Airc, sono stati pubblicati sulla
prestigiosa rivista internazionale 'Oncogene'. In futuro questi
risultati potrebbero consentire lo sviluppo di strategie
innovative per il trattamento dei tumori caratterizzati da un
fenotipo aggressivo. La ricerca è il risultato di una
collaborazione palermitana multidisciplinare tra il gruppo
guidato da Todaro, il gruppo del professore Giorgio Stassi del
dipartimento 'Dichirons' (Miriam Gaggianesi, Simone Di Franco,
Veronica Veschi), Naida Faldetta e Vincenzo Lentini degli
ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello. Hanno inoltre ricercatori
dell'Università di Chieti-Pescara, dell'Università di Trento e
dell'Università Cattolica.
Il tumore alla mammella è la neoplasia maggiormente
diagnosticata nelle donne, con circa 55.000 nuove diagnosi
effettuate in Italia ogni anno. In generale la diagnosi precoce
dei tumori, e in modo particolare per il tumore alla mammella,
aumenta l'efficacia degli approcci terapeutici e la
sopravvivenza dopo cinque anni dalla diagnosi. Oggi la
sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi raggiunge circa l'87%
dei casi, e la mortalità si è ridotta negli ultimi anni di circa
lo 0.8% ogni anno.
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