Nel corso delle perquisizioni
disposte, due giorni fa, dalla procura di Palermo ed eseguite
dai carabinieri in magazzini e abitazioni riconducibili ad
alcuni degli indagati del maxi blitz che, nelle scorse
settimane, ha portato all'arresto di 181 tra boss, gregari ed
estortori dei principali mandamenti mafiosi di Palermo, sono
stati trovati e sequestrati oltre 300.000 euro in contanti e
appunti ritenuti utili per gli investigatori. Il denaro era
nascosto in casa della madre di uno degli indagati.
L'inchiesta, coordinata dalla Dda, ha fatto luce sugli
organigrammi delle cosche di Palermo e provincia e svelato che,
grazie una rete di complicità, ai mafiosi detenuti venivano
fatti avere dei cellulari con i quali poter comunicare con
l'esterno. L'indagine ha anche confermato il ritrovato interesse
dei clan per i traffici di droga.
Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti di 35
persone. Nel corso delle attività che sono state condotte da
circa 200 carabinieri, ed hanno interessato l'area urbana e una
parte della provincia di Palermo, è stato arrestato in
flagranza di reato un pregiudicato, trovato con 100 grammi di
marijuana e 2mila euro.
Nell'ambito della stessa inchiesta nei giorni scorsi, i
carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di
Palermo hanno eseguito un decreto urgente di sequestro
preventivo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con
il quale sono stati sequestrati beni riconducibili a soggetti
vicini alla famiglia mafiosa di Palermo Porta Nuova. Sotto
sigillo sono finiti un appartamento, 2 ville, una autovettura e
1300 euro. Contestualmente è stata notificata una ordinanza di
custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone, già
arrestate, accusate di una estorsione commessa nel 2023: la
vittima sarebbe stata costretta a consegnare 5.000 euro e
promettere il pagamento di ulteriori 25.000 euro alla famiglia
mafiosa di Porta Nuova.
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