E' in libreria Mizzica!, (23,75
euro, Topic editore) il volume di Francesco Lauricella che
raccoglie oltre 6.500 lemmi siciliani (declinati nelle varianti
di ogni provincia, se non addirittura della zona del mercato del
pesce da cui nascono), 500 ricette, tra cui oltre 100 di dolci,
più di 300 nomi di pesci e ancora nomi di piante e frutti e i
prodotti, le specialità tutelate dai marchi Dop, Doc, Docg, Igp,
Pat e i presidi Slow Food. Gli appassionati di cucina troveranno
tutti i termini necessari per mangiare, bere e cucinare in
siciliano, un'ampia raccolta di parole per scoprire ingredienti,
razze animali, erbe spontanee, pani, spezie, funghi, utensili,
piatti e tradizioni. Al centro della cucina regionale ci sono
ingredienti arrivati sull'Isola da posti lontanissimi che sono
poi diventati siciliani. Alcuni hanno mantenuto solo in parte il
nome originario: ognuno ha provato a tradurlo a modo suo,
piegandolo al dialetto locale. Altri sono stati tramandati di
generazione in generazione ma poi sono caduti in disuso.
Dalla A di arancìnu alla Z di zibbìbbu, passando per i
cannoli, la cassata, la caponata, le sarde a beccafico, ogni
termine racchiude tradizioni culinarie che hanno resistito alla
prova del tempo.
"Mizzica! - dice Lauricella - è una parola che rappresenta la
Sicilia più autentica, è l'esclamazione che ogni cuoco vorrebbe
sentire quando porta a tavola un piatto, è una parola antica che
grazie alla sua capacità di esprimere efficacemente pensieri e
sentimenti ha travalicato i confini della lingua siciliana e dal
2006 è approdata nel 'Vocabolario della lingua italiana'
Zingarelli, perché sempre più spesso viene usata in italiano per
aggiungere un po' di gusto siciliano ad una conversazione. Il
mio intento è offrire una guida indispensabile per un viaggio
del gusto, dove ogni definizione è un invito a gustare la
Sicilia a ogni boccone".
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