Figure mitologiche, religiose, femminili, allegorie, atleti guizzanti.
C'era una visione essenziale, classica e molto personale nello stile di Nino Geraci, uno scultore eclettico che ha attraversato il Novecento.
Una mostra con circa 50 sue opere, tra quelle degli eredi e le
altre di proprietà della Fondazione Sicilia, ne recupera la
memoria e l'originalità artistica. L'esposizione, curata da
Gioacchino Barbera con il coordinamento scientifico di Cristina
Costanzo, sarà ospitata dal 1 aprile al 2 luglio a palazzo
Branciforte.
Geraci fu attivo a Palermo fino al 1980 e a New York dal 1927
al 1931. A lui si devono anche opere di diversa ispirazione, tra
le quali a Palermo le sculture per l'Ingresso monumentale di via
Roma, per una delle sedi del Banco di Sicilia, la statua del
Benvenuto nel porto, la Madonna della Conca d'oro nella torre
della cattedrale e San Michele Arcangelo che si trova nella
parrocchia omonima. Tutte le opere sono documentate da bozzetti
preparatori in gesso.
Sono di Geraci anche due grandi bronzi a suo tempo acquistati
dal Comune di Palermo: Il tuffatore e Il vogatore. Il primo è
collocato all'ingresso della piscina comunale, l'altro nel
giardino del circolo Lauria a Mondello.
"Quello di Geraci, artista ingiustamente trascurato dalla
critica, è un percorso che merita di essere interamente
riscoperto. Ci auguriamo - dice il presidente della Fondazione
Sicilia, Raffaele Bonsignore - che la mostra sia il primo passo
verso la nuova valorizzazione di una personalità poliedrica, che
ha ancora tanto da comunicare".
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