"Clitennestra" di Vincenzo Pirrotta, è una tragedia pop, e debutta in prima nazionale, domani sera al Teatro Biondo di Palermo, concludendo così il ciclo sul mito che Pirrotta iniziò nel 2004 con "Eumenidi".
"Clitennestra", testo scritto per Anna Bonaiuto, immagina che la violenta moglie di Agamennone, torni in vita dopo tremila anni, e trovi il nostro mondo, un luogo post-moderno, privo di libri, di chiese, di ogni traccia di spiritualità, "un mondo - ha detto Pirrotta, autore e regista - dove gli uomini si sono fatti dei, in un delirio di onnipotenza, in una terribile decadenza che ha fatto dell'egoismo più sfrenato, la cifra della nostra esistenza".
Si tratta, dunque, di una tragedia dalla struttura classica, con tanto di prologo, di coro e di catarsi, che diventa una metafora del mondo contemporaneo, "un'inquietante proiezione di quello che possiamo aspettarci - ha aggiunto il regista - se assecondiamo questa terribile decadenza. Se non saremo capaci di tornare indietro, se non si torna a Dio e al rispetto del sacro, consegneremo ai nostri figli un mondo di desolazione e ferocia".
Anna Bonaiuto ha affrontato questo ruolo con qualche timore e tremore, "come solo la tragedia greca può dare".
Il testo utilizza due diversi linguaggi: l'italiano per Clitennestra e il siciliano per il coro, che avrà accenti pop e rap, una sorta di jam session, che esprime il pensiero dell'autore. E' previsto anche un finale "alla Tarantino", su cui è calato un assoluto riserbo.
Le scene sono di Renzo Milan, costruite nei laboratori del teatro Massimo, i costumi di Giuseppina Maurizi, le musiche originali di Giacomo Cuticchio. In scena affiancano Bonaiuto Silvia Ajelli, Giulia Andò, Roberta Caronia, Elisa Lucarelli, Cinzia Maccagnano, Lucia Portale e Yvonne Guglielmino.
Si replica fino al 17 e poi dal 22 maggio al 7 giugno lo spettacolo, coprodotto con lo Stabile etneo, si sposta al Teatro Verga di Catania.
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