Una "svolta". E' quanto
chiedono Fiom, Fsm e Uilm del Sulcis per la vertenza della Sider
Alloys, in stallo ormai da 8 anni e con la spada di Damocle dei
sigilli della Forestale dopo il ritrovamento di un migliaio di
sacchi di detriti rinvenuto nello stabilimento. Oggi Cgil, Cisl
e Uil hanno tenuto un'assemblea con i lavoratori che sono in
mobilità in deroga, 350 operai segnati da anni di lotta per il
proprio lavoro. I sindacati sollecitano nuovamente il governo e
il Mimit perché venga convocato un incontro "al più presto" per
riuscire a imprimere un'accelerazione sul processo di riavvio
dell'impianto di produzione di alluminio primario nel sito di
Portovesme.
"La priorità è dare certezze ai lavoratori ed è per questo
che stiamo richiedendo con forza un incontro ministeriale -
osserva Giuseppe Masala Fsm-Cisl - Governo e Invitalia non hanno
controllato e ora siamo a questo punto. Il 13 marzo abbiamo un
incontro all'assessorato regionale del Lavoro per i tempi sulla
mobilità in deroga e l'integrazione rispetto ai 450 euro che
percepiscono questi lavoratori, ma l'obiettivo resta di tornare
al lavoro".
"Da mesi stiamo sollecitando il governo perché trovi
un'alternativa a Sider Alloys - osserva Renato Tocco della Uilm
- Ora il tempo è terminato: sono passati 8 anni e solo 71
operati tra Sider e Gms sono tornati al lavoro mentre gli
accordi ministeriali erano altri. Noi non accantoniamo quegli
accordi e chiediamo che vi sia ricollocamento per tutti gli
operai, oltre alle bonifiche che vanno fatte".
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