Adottare "strategie regionali
efficaci", individuando tre fattori chiave per la trasformazione
dei sistemi alimentari africani: "supporto ai piccoli
agricoltori, che producono l'80% del cibo del continente, per
ridurre la dipendenza dalle importazioni, attualmente pari a
circa 70 miliardi di dollari all'anno; approccio regionale
integrato, per creare mercati più efficienti e favorire il
commercio intra-africano; contrasto alla malnutrizione, con
strategie basate su evidenze scientifiche". Sono queste le
priorità elencate da Ibrahim Assane Mayaki, inviato speciale
dell'Unione africana per la trasformazione dei sistemi
alimentari ed ex primo ministro della Repubblica del Niger e di
Auda-Nepad, nel corso della lectio magistralis tenuta stamani
davanti gli studenti del master del Ciheam Bari, in occasione
della visita di due giorni al Campus Cosimo Lacirignola, alle
strutture di ricerca e ai laboratori dell'istituto. Qui ha
incontrato il direttore, Maurizio Raeli.
Parlando davanti a giovani provenienti da 20 Paesi, Mayaki
-spiega una nota del Ciheam - ha elogiato il contributo
dell'Italia alla cooperazione con l'Africa, ricordando la
costante attenzione del Paese ai temi africani durante la
presidenza del G7. Ha anche evidenziato il forte legame storico
tra il Niger e l'Italia.
"Quando si hanno difficoltà a nutrire 1,3 miliardi di persone,
come si farà con 2,5 miliardi?" si è poi chiesto
provocatoriamente, guardando al 2050. Mayaki ha inoltre
enfatizzato il valore dei partenariati tra Africa ed Europa,
affermando che "i vicini non possono essere in conflitto, ma
devono lavorare insieme". Ha suggerito che l'Europa potrebbe
sostenere l'industrializzazione africana a partire dal settore
alimentare, che attualmente assorbe il 40% dei posti di lavoro
nel continente.
Dopo l'incontro a Bari, Mayaki si è recato a Tricase (Lecce)
per visitare la sede distaccata del Ciheam Bari. "Generando un
impatto locale attraverso le migliori pratiche - ha detto al
termine - portate una visione positiva. Se 1000 Ciheam
operassero nel mondo, si innescherebbe una vera rivoluzione
agricola".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA