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Sindaco Bari, 'città cambiata ma criminalità non si arrende'

Sindaco Bari, 'città cambiata ma criminalità non si arrende'

Commemorazione per la morte di Giuseppe Mizzi, vittima di mafia

BARI, 17 marzo 2025, 13:22

Redazione ANSA

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"Oggi è giusto essere qui per ricordare il martirio di Pino perché se è vero che la nostra città negli ultimi anni è cambiata, ci sono ancora zone del territorio cittadino che continuano a vivere nella paura della violenza e dell'arbitrio di una criminalità organizzata che non si vuole arrendere". Lo ha detto il sindaco di Bari, Vito Leccese, in occasione della commemorazione organizzata nel capoluogo pugliese per ricordare Giuseppe Mizzi, vittima innocente di mafia, a 14 anni dal suo omicidio. Mizzi fu assassinato a 39 anni davanti alla sua abitazione il 16 marzo 2011. Per l'omicidio è stato condannato all'ergastolo il boss barese Antonio Battista, ritenuto affiliato al clan Di Cosola.
    "In questi ultimi anni - ha aggiunto Leccese - grazie al lavoro della magistratura, delle forze dell'ordine, delle associazioni, Libera su tutte, e delle parrocchie, è cresciuta la consapevolezza civile, e con essa la voglia di riscatto di una comunità che ispira i propri comportamenti ai valori di legalità e al rispetto delle regole, ma siamo consapevoli di dover continuare a tenere alta la guardia e a coltivare gli anticorpi dell'antimafia sociale e dell'impegno, ciascuno per le proprie responsabilità nell'esercizio del proprio ruolo".
    Leccese ha evidenziato che "ricordare Pino, lo dico a Katia, ai suoi figli, ai suoi amici, significa ricordare un uomo che aveva voglia di vivere e di gioire delle cose belle della vita ed è in nome di quella passione e di quell'entusiasmo che dobbiamo continuare a lavorare per rafforzare il senso di comunità che ci rende più forti e capaci di costruire una città migliore per tutti". All'evento, accanto ai familiari di Giuseppe Mizzi, hanno partecipato anche l'assessora regionale alla Legalità e Antimafia sociale Viviana Matrangola, il prefetto Francesco Russo, il questore Massimo Gambino, l'assessore comunale alla Legalità e Antimafia sociale Nicola Grasso e il referente regionale dell'associazione Libera, don Angelo Cassano.
   

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