Militari della guardia finanza di Foggia e Genova hanno eseguito misure cautelari, personali e reali, tra cui sequestri per 40 milioni di euro, nei confronti di cinque persone e di una società cooperativa con sede a Foggia. L'indagine riguarda una ingente evasione dell'Iva nel settore del commercio online di penumatici, e ha interessato dieci Stati dell'Unione europea e cinque extra europei.
L'operazione è del nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche. L'ordinanza con le misure cautelari è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, su richiesta della procura europea (ufficio di Torino). Le cinque persone destinatarie delle misure sono accusate di associazione a delinquere e frode fiscale; la società cooperativa è indagata per responsabilità amministrativa.
È stata eseguita negli Emirati Arabi Uniti una delle cinque misure cautelari. L'operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione della polizia di Dubai. I destinatari dei provvedimenti sono originari dell' hinterland foggiano e imparentati fra loro. Per due è stato ordinato il carcere, per altri due gli arresti domiciliari; per il quinto si tratta di un obbligo di dimora.
La frode è stata portata avanti, secondo gli gli investigatori, da un gruppo di persone - originarie del Foggiano - che gestiva una vasta attività di vendita online di pneumatici. Gli accertamenti sono cominciati dopo le denunce presentate da due cittadini che, dopo aver ricevuto la merce richiesta, si sono insospettiti per il fatto che la fattura fosse arrivata da società con sede nelle Canarie e senza l'addebito dell'Iva. All'indagine ha partecipato anche il nucleo tutela privacy e frodi tecnologiche della guardia di finanza di Roma, che in collaborazione con le forze di polizia francesi si sta occupando dell'oscuramento dei siti internet riconducibile all'organizzazione; inoltre ha proceduto al sequestro di Bitcoin per un valore di 54mila euro. Gli acquirenti ordinavano i prodotti su piattaforme web di e-commerce riconducibili a società localizzate nelle isole Canarie, che a loro volta giravano la richiesta ad altre società con sede in Bulgaria, Romania, Estonia e Ungheria. Una rete di imprese fittizie, secondo gli inquirenti, che veniva gestita da una cooperativa di Orta Nova (Foggia). I reali fornitori della merce, che si trovano in Germania e Belgio, sono risultati estranei al meccanismo della frode: si limitavano infatti a spedire il materiale ai consumatori. Erano le società delle Canarie a emettere le fatture senza applicare l'Iva. Secondo gli inquirenti l'evasione dell'imposta è da quantificare in 39 milioni e 462 mila euro. Il reato contestato agli indagati e l'associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale.
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