Con 18 voti favorevoli, 8 contrati e
14 astenuti, è passata la proposta di legge che cambia l'assetto
societario dell'Agenzia per le politiche attive del lavoro
(Arpal) e, di conseguenza, prevede la decadenza dell'attuale
direttore generale, Massimo Cassano, che era candidato con
Azione alle ultime elezioni. Proprio la sua candidatura ha
generato le proteste del Pd.
E' stato lungo e accesso il dibattito in Consiglio regionale
pugliese, con i gruppi civici che fanno riferimento al
governatore Michele Emiliano che si sono opposti alla norma e,
in particolare, alla decadenza del dg. E sono stati loro a
votare contro, mentre il centrodestra si è astenuto. La proposta
di legge era stata firmata da Amati, Tutolo, Mazzarano e Mennea
del Pd: l'Arpal, adesso, sarà guidata da un consiglio di
amministrazione composto da un presidente e due componenti, da
un direttore e da un revisore unico. Così come per il direttore
ed il cda, anche il revisore unico sarà nominato dalla Giunta
regionale che ne stabilirà il compenso e sarà scelto tra gli
iscritti nel registro dei revisori legali. Con un emendamento a
firma Fabiano Amati, con l'entrata in vigore di questa legge
decade il direttore generale nominato ai sensi della legge
vigente in materia. Nel periodo transitorio tra la decadenza e
la nomina del consiglio d'amministrazione, le relative funzioni
saranno svolte dal direttore del dipartimento regionale
politiche del lavoro, nei limiti della gestione ordinaria e
senza ulteriore compenso.
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