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In collaborazione con Pesaro 2024 - Capitale italiana della cultura
(di Alessandra Massi)
"Senza Rossini e il Rossini Opera
Festival, Pesaro non sarebbe stata in grado di emergere come
città della musica, poi Città Creativa Unesco della Musica e
infine Capitale Italiana della Cultura nel 2024". Ne è convinto
il sindaco Matteo Ricci, che parla con l'ANSA di una città che
"prova a vivere di musica", mentre la 44/a edizione del Rof è in
pieno svolgimento, tra titoli d'opera, concerti e incontri.
Pesaro è "anche altro" sottolinea Ricci, riferendosi alle
importanti realtà industriali del territorio. Ma la sua idea
come sindaco è stata di trasformare l'immagine e l'economia
della città, puntando sulla cultura e legandola ancora di più al
nome di Rossini. Così Pesaro, sede di un conservatorio grazie al
lascito testamentario dell'autore del Barbiere di Siviglia, è
diventata prima 'Città della Musica", poi Città Creativa Unesco
della Musica e infine Capitale Italiana della Cultura 2024. Ma
tutto questo - ammette Ricci - non sarebbe stato possibile
"senza l'intuizione dei fondatori del Rof", il lavoro di
riscoperta accanto alla Fondazione Rossini del 'sommerso
rossiniano'. Un impegno musicologico, che per la città ha
portato risultati "anche dal punto di vista economico e
lavorativo. Intorno al festival lavorano circa 600 persone" e
"non si esaurisce tutto in qualche mese d'estate". Senza contare
l'indotto per l'economia locale: alberghi, ristoranti, negozi.
"Abbiamo sviluppato una music economy, con una vera e propria
impresa culturale - sottolinea Ricci - di cui siamo orgogliosi".
Il modello è quello di Salisburgo, una città medio-piccola,
legata indissolubilmente a Mozart, con alti standard di qualità
musicale e di vita. Un paragone fatto anche dall sottosegretario
alla Cultura Vittorio Sgarbi.
Il Comune di Pesaro intende condividere l'esperienza come
Capitale Italiana delle Cultura (titolo ottenuto con il progetto
'La natura della cultura') con il territorio, coinvolgendo i
Comuni della provincia di Pesaro Urbino. Ma anche con la città
di ucraina di Kharkiv, anch'essa Città Unesco per la Musica, "a
cui abbiamo dedicato la vittoria. Abbiamo studenti ucraini che
studiano nel conservatorio".
Il Rof avrà un ruolo importante anche nel 2024, quando
celebrerà la sua 45/a edizione con un programma impegnativo:
cinque opere, tra cui Il Barbiere di Siviglia con l'allestimento
di Pier Luigi Pizzi e un titolo identitario come il Viaggio a
Reims, riscoperto dal Festival nel 1984. Tra i progetti c'è
anche quello di realizzare installazioni in città con parti di
scenografie provenienti dai depositi del Rof. E si punta
restituire alla fruizione spazi vecchi e nuovi: il Teatro
Rossini, restaurato, riaprirà in autunno, per il prossimo anno
dovrebbe essere pronto anche il Palafestival, il vecchio palazzo
dello sport ricostruito in base alle esigenze del Rof e
ribattezzato Auditorium Scavolini.
"Intendiamo continuare a investire nel Rof - insiste il
sindaco - che porta avanti anche una formidabile opera di
internazionalizzazione per Pesaro. Ci stiamo presentando
all'estero, in Giappone, Corea, Germania, Dubai, Shangai, luoghi
dove c'è già un nucleo di persone che conosce il festival. Alla
musica abbiniamo così anche impresa, cibo, turismo, design,
economia".
Un lavoro che non si esaurirà nel 2024: sullo sfondo c'è il
progetto di concorrere come Capitale Europea della Cultura nel
2033, questa volta insieme a Urbino, che fu nel 2013 l'ultima
città marchigiana finalista per il titolo del 2019.
In collaborazione con Pesaro 2024 - Capitale italiana della cultura
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