Nella passata gestione dell'Agenzia
per il Turismo e l'Internazionalizzazione Marche (Atim), tra
luglio 2022 e luglio 2024, sono circa "200 i decreti interessati
dalle criticità evidenziate dalla Commissione, che ammontano a
circa 345 perché in alcuni decreti c'era più di una criticità".
Dopo le risultanze della Commissione regionale interna
sull'operato di Atim, che ha rilevato una "diffusa
approssimazione nella gestione amministrativa", il Gruppo
consiliare Pd torna all'attacco: ribadisce la proposta di
revocare la legge istitutiva dell'Atim presentata a gennaio 2024
e chiede che venga discussa in Consiglio già dalla prossima
seduta del 15 aprile. I dem sostengono la responsabilità del
presidente Francesco Acquaroli nella vicenda Atim che è un "suo
braccio operativo" e chiedono di nuovo un passo indietro del
governatore dalla delega del Turismo.
Sin dall'istituzione di Atim, i dem ne avevano sottolineato
l'inutilità oltre a paventare il rischio di una sovrapposizione
operativa con le strutture regionali nel settore turismo e di
una sostanziale perdita di controllo dell'attività. Sulla base
anche delle considerazioni della Corte dei Conti, il Gruppo Pd
ribadisce che tutto ciò si è poi concretizzato. La capogruppo
Casini porta ad esempio il numero di decreti in cui sono state
riscontrate criticità mentre il consigliere Fabrizio Cesetti
allarga il discorso: "l'Atim è stata fortemente voluta da
Acquaroli", precisa, e sono state "bypassate le regole che
disciplinano l'attività della pubblica amministrazione: una
diffusa violazione delle regole di legalità, trasparenza,
economicità ed efficacia"; altra contestazione riguarda le
"risorse trasferite dalla Regione ad Atim senza la necessaria
finalizzazione, di cui poteva disporre come voleva in
un'anarchia totale". Da qui la richiesta di sopprimere l'Atim in
una proposta di legge di cui è primo firmatario Cesetti che
ironizza: "Atim ha avuto l'onore di tre trasmissioni di Report".
"l'Atim - attacca Casini - è la punta dell'iceberg del
fallimento di Acquaroli del suo modo di governare".
I dem denunciano poi una carenza di controllo su Atim da
parte delle strutture regionali e della giunta: "il tentativo,
attraverso la costituzione della commissione di scaricare
l'intera responsabilità a semplici problematiche di carattere
amministrativo, - afferma Romano Carancini - è fumo negli occhi
dei cittadini: c'è una chiara responsabilità politica e
amministrativa rispetto alla vicenda, anche in relazione al tipo
di commissione costituita che omette alcuni atti: è lacunosa dal
punto di vista dei contenuti e in conflitto di interessi. Come è
possibile che i componenti della commissione siano coloro che
avrebbero dovuto effettuare la vigilanza ex articolo 5 comma
secondo della legge 13 del 2004?". Tra le carenze, Carancini
cita il rapporto Atim-Aeroitalia per quanto riguarda il
contratto di promozione e marketing da 750mila euro al centro
ora anche di una causa civile.
La Commissione, rimarca Micaela Vitri, "ha messo nero su
bianco che Atim è il braccio operativo di Acquaroli"; i decreti
dell'ex dg Marco Bruschini venivano "redatti e approvati secondo
gli indirizzi della giunta". Un'attività, aggiunge Vitri citando
la Corte dei Conti, fatta di un "coacervo inestricabile di
atti" che ha portato ad "affidi diretti a pioggia per 12
milioni, di cui un terzo a società romane"; molti atti "hanno
prodotto effetti nonostante l'eventuale vizio di annullabilità".
Il consigliere Antonio Mastrovincenzo ricorda come la
proposta di legge per revocare l'Atim sia ancora ferma: lui
stesso ha chiesto tre volte di metterla all'ordine del giorno:
"esigiamo che venga discussa nella prossima seduta". La
capogruppo Casini ha chiesto di inserire la pdl subito dopo le
interrogazioni.
"Per tre anni e un mese non è stato nominato un responsabile
per la trasparenza e l'anticorruzione", chiosa il consigliere
Renato Claudio Minardi che snocciola le irregolarità riscontrate
negli atti di Atim tra cui "la mancanza del certificato di
regolare esecuzione nell'85% degli affidi esaminati".
Altre criticità le segnala la consigliera Manuela Bora: dalla
carenza di personale dell'Atim "scatola vuota" alla "gestione in
autonomia di 12 milioni di euro da parte dell'ex dg scelto dalla
filiera romana". "I marchigiani meritano più rispetto: -attacca
- mentre aumentano le liste d'attesa, non si riesce a pagare gli
asili, 12 milioni di euro pubblici assegnati ad un'agenzia con
gravi criticità su gestione e modalità di spesa". Nelle
osservazioni mosse da quattro anni, sottolinea il vice
presidente del Consiglio regionale Maurizio Mangialardi, il
Gruppo Pd è stato "predittivo rispetto a ciò che è accaduto";
"Acquaroli lasci la delega. Il controllo su Atim non c'era e non
ci sarebbe stato. Non è una svista ma una scelta politica che il
presidente ha voluto tramite i soggetti che voleva controllare e
lo ha fatto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA