"Una partita per Fabio", secondo Memorial Fabio Ridolfi sabato 15 giugno allo stadio Comunale di Fermignano (Pesaro Urbino).
L'iniziativa in ricordo di Fabio Ridolfi, 46 anni, di Fermignano, morì il 13 giugno 2022 dopo essere stato immobilizzato per 18 anni a letto a causa di una tetraparesi.
Stava tentando con l'assistenza legale
dell'Associazione Luca Coscioni l'accesso al suicidio assistito,
possibile in Italia per le persone nelle sue condizioni, come
indicato dalla sentenza della Corte costituzionale
Antoniani/Cappato. Dopo una lunga attesa e procedure in stallo
Fabi "fu costretto a rinunciarvi propendendo per la sua scelta
di ripiego, ovvero la sedazione profonda e continua".
All'iniziativa, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza
all'Associazione Luca Coscioni, parteciperà anche Andrea
RIdolfi, fratello di Fabio. Per tutta la durata dell'evento
servizio bar e cibo.
Dopo una lunghissima attesa, ricorda l'Associazione Coscioni,
Fabio aveva ottenuto, dopo la verifica della sussistenza dei
requisiti, "il via libera dal Comitato etico dell'Asur che, in
seguito ad altre inutili lungaggini, non aveva indicato le
modalità né il farmaco che Fabio avrebbe potuto
autosomministrarsi. Fabio avrebbe dovuto attendere ulteriori
settimane e la ripresa di un'azione legale per sbloccare la
nuova situazione di stallo e vedere rispettata la sua volontà".
Così optò per la "scelta di ripiego ovvero la sedazione profonda
e continua".
"Fabio Ridolfi è morto come non avrebbe voluto", ricordano
Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria e Tesoriere
dell'Associazione Coscioni, "per colpa di una serie di
incredibili ritardi e di boicottaggi da parte del Servizio
sanitario regionale che l'hanno costretto a scegliere la
sospensione dei trattamenti di sostegno vitale in corso, previa
sedazione profonda. Vogliamo innanzitutto unirci al ricordo
della famiglia di Fabio, un ragazzo dotato di una forza
straordinaria".
"Come promesso prima di salutarlo due anni fa, l'Associazione
Luca Coscioni - ricorda - ha continuato a battersi affinché non
si ripetessero più simili ostruzionismi e violazioni della
volontà dei malati, attraverso la proposta di legge regionale
Liberi subito per garantire tempi certi di risposta del Servizio
sanitario nazionale, l'assistenza a persone in determinate
condizioni e le disobbedienze civili tramite Marco Cappato con
l'Associazione Soccorso Civile, per far valere il rispetto della
libertà di scelta sul proprio fine vita. Il 19 giugno la Corte
costituzionale ritornerà sul tema del fine vita a seguito della
questione di legittimità costituzionale sollevata nel
procedimento a carico di Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta
Maltese, per l'aiuto fornito a Massimiliano, 44enne toscano,
affetto da sclerosi multipla, organizzando il viaggio e
accompagnandolo in Svizzera per poter ricorrere al suicidio
medicalmente assistito".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA