Il nuovo direttore artistico dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana è Francesco Di Rosa, musicista, considerato dal pubblico e dalla critica come uno dei migliori oboisti nel panorama internazionale.
Attualmente
ricopre il ruolo di primo oboe nell'Orchestra dell'Accademia
Nazionale di Santa Cecilia.
Di Rosa è stato individuato tra 30 nominativi che hanno
partecipato alla manifestazione di interesse della Form
(Fondazione Orchestra regionale Marche), una delle 13
Istituzioni concertistiche orchestrali (Ico) riconosciute dal
Mic, pubblicata lo scorso dicembre per individuare la figura del
direttore artistico per il biennio 2024-2025.
La presentazione è
avvenuta questa mattina nel Palazzo delle Marche alla presenza
del presidente Form Fabrizio Del Gobbo, del consigliere Form
Luca Marziali e del consigliere regionale Marco Ausili. Presente
anche il sindaco di Montegranaro Endrio Ubaldi, una
rappresentanza degli orchestrali e, online, il vicepresidente
Form Ezio Maria Tisi e l'assessore alla Cultura di Fabriano
Maura Nataloni. Del Gobbo ha sottolineto che la scelta di De
Rosa da oarte del Cda è avvenuta all'unanimità e ha ringraziato
Vincenzo De Vivo "che ci ha condotto come consulente artistico
fino ad oggi".
Di Rosa, originario di Montegranaro e socio fondatore del
movimento Musicians for Human Rights e della Human Rights
Orchestra, è stato dal 1994 al 2008 Primo oboe solista
dell'Orchestra del Teatro alla Scala e della Filarmonica sotto
la direzione di Riccardo Muti e Daniel Barenboim. Unico oboista
italiano a suonare come primo oboe con i Berliner
Philharmoniker, è stato invitato - sempre come primo oboe -
dalla Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, dalla Mahler
Chamber, Camerata Salzburg, Orchestra Mozart, Orchestre National
de France e Orchestre de la Suisse Romande. Inoltre, è docente
ai corsi dell'Accademia di Santa Cecilia e dell'Accademia
Filarmonica di Bologna. "Orgoglioso" dell'incarico, ha già
collaborato con l'Orchestra Filarmonica Marchigiana (Insieme
hanno fatto un disco), che è "una realtà sana" e "un'eccellenza"
di cui i marchigiani dovrebbero essere orgogliosi.
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