La sostituta pg di Milano Celestina
Gravina ha chiesto di abbassare lievemente la pena, nel processo
d'appello, da 5 anni a 4 anni e 9 mesi per l'imprenditore
Francesco Barachetti, imputato per peculato e false fatture per
il caso della compravendita del capannone di Cormano, nel
Milanese, acquistato dalla Lombardia Film Commission, ente
regionale, tra il 2017 e il 2018, con cui sarebbero stati
drenati 800mila euro di fondi pubblici.
Per il caso Lfc sono già stati condannati in appello per
peculato e turbativa Alberto Di Rubba, ex presidente della
Fondazione e tesoriere della Lega, a 4 anni, 6 mesi e 20 giorni
e Andrea Manzoni (a 3 anni), anche lui ex contabile per il
Carroccio in Parlamento, a seguito delle indagini del Nucleo di
polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate
dall'aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi
(ora aggiunto a Pavia).
In secondo grado per Barachetti la pg ha chiesto di
confermare la condanna per peculato, ma di assolvere l'imputato
dall'accusa di false fatture.
L'imprenditore, elettricista di Casnigo (Bergamo), titolare di società di ristrutturazioni e che si occupò di quel capannone, in primo grado era stato condannato a versare 294mila euro alla Lombardia Film Commission, parte civile con l'avvocato Andrea Puccio, "entro 90 giorni" dal "passaggio in giudicato" del verdetto.
E provvisionali di
risarcimento da 20mila euro e 50mila euro rispettivamente al
Comune di Milano, socio di Lfc e parte civile con l'avvocato
Marco Dal Toso, e alla stessa fondazione. Le parti civili oggi
hanno chiesto che i risarcimenti vengano confermati.
La difesa parlerà il 12 novembre e a febbraio arriverà la
sentenza. Per i giudici di primo grado, il "flusso anomalo di
denaro" tra le società di Barachetti e quelle "del duo Di
Rubba-Manzoni", avrebbe trovato "una spiegazione ben più
credibile nella remunerazione dei due professionisti per la loro
attività di intermediazione tra Barachetti e il 'mondo Lega',
per conto del quale gestivano le spese".
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