La maggior parte degli italiani, il
43%, non considera il consumo moderato di bevande analcoliche un
rischio per la salute, per questo la maggior parte di loro (il
56,7%, che diventa 60% per la generazione Z) non ritiene
necessarie tassazioni o restrizioni, come ad esempio la sugar
tax, per limitarme il consumo. É quanto emerge dalla ricerca
'Bevande analcoliche come Comfort Food: il valore, il
significato e le emozioni', effettuata da Euromedia Research per
Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i
produttori di bevande analcoliche.
Un dato "che è importante per il settore - spiega Giangiacomo
Pierini, presidente di Assobibe -. La grande maggioranza degli
intervistati ritiene che imporre un prezzo maggiore per questi
prodotti, a causa della Sugar Tax, sul lungo periodo non avrebbe
effetti sulle scelte di acquisto. Con questa nuova tassa l'unico
a guadagnare davvero sarebbe lo Stato, incrementando i suoi
introiti".
Per la maggioranza degli intervistati (57%) le bevande
analcoliche possono essere consumate scegliendo tra le varianti
più adatte al proprio stile di vita, grazie alla varietà di
proposte "zero" (zucchero, caffeina) sul mercato.
Quando è il momento di staccare per concedersi del relax, una
coccola, soprattutto a fine giornata, quasi un italiano su due
(46%) trova nelle bevande analcoliche un 'comfort drink', senza
sensi di colpa né bisogno di misure restrittive per controllare
il consumo. Per oltre 7 italiani su 10 sono associate a momenti
di socialità e convivialità (rispettivamente per il 73% e il
74%) e facilitano momenti di confronto e relazione (56,5%). Le
bevande analcoliche sono spesso associate al rito
dell'aperitivo: il 7,5% del campione le consuma in questa
occasione.
"Non esiste quindi solo una questione di gusto e sapori, ma
emerge un mondo di sensazioni che racchiudono un importante
valore edonistico a cui si giunge attraverso un rituale a cui,
una volta acquisito, non si vuole rinunciare", ha concluso
Alessandra Ghisleri, Direttrice di Euromedia Research.
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