Disegni e filastrocche raccontano,
con una testimonianza inedita, la vita nel lager di Bolzano
allestito e gestito dalle SS tra l'estate del 1944 e la
primavera del 1945. Si intitola 'Menestrella del Lager' la
mostra che viene inaugurata stasera, e che sarà aperta fino al
25 febbraio, alla Cassa della Memoria di Milano dedicata alla
partigiana Aura Pasa. La donna, nata in provincia di Belluno nel
1907, ha raccontato nei suoi taccuini scritti durante la
prigionia, con disegni e filastrocche, l'organizzazione, la
vita e le relazioni all'interno del campo.
Il campo di concentramento di Bolzano, pur avendo
rappresentato, insieme alla Risiera di San Sabba, il principale
luogo di detenzione e di tortura nazista in Italia, è stato
oggetto di una autentica rimozione fin dai mesi successivi alla
Liberazione. Nel campo di Bolzano sono documentate diverse
decine di uccisioni di prigionieri e in questo clima di morte,
Aura Pasa cerca in vario modo di esorcizzare un destino in cui i
prigionieri sono ridotti a numeri, in balia dei carcerieri,
attingendo anche alla forza dell'ironia.
La mostra, progettata e realizzata dall'Associazione Nazionale
Ex Deportati nei Campi Nazisti presenta un ampio estratto dei
taccuini di Aura Pasa, affiancati da oggetti, documenti
originali e video. Diplomata alla Reale Accademia delle Belle
Arti di Venezia, Aura Pasa insegnò disegno in istituti inferiori
e superiori. Liberale e democratica, dal settembre 1943 iniziò
l'attività di partigiana combattente. Il 12 ottobre fu arrestata
su delazione di una spia infiltrata tra i partigiani. Il 28
ottobre fu trasferita nel campo di concentramento di Bolzano,
dove rimase fino al 29 aprile 1945 quando venne liberata.
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