Diciotto mesi per scrivere le
motivazioni di una sentenza d'appello che confermava le condanne
di primo grado. E a redarle sono stati giudici andati in
pensione. E' la prima volta che a Genova, in ambito penale, si
assiste a tempi 'monstre' della giustizia. Il caso è quello nato
dall''inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti. La
corte di appello di Genova a ottobre 2023 aveva confermato,
seppur con qualche riduzione, le condanne per gli ex dirigenti
dell'Amiu, la municipalizzata del comune di Genova che si occupa
dei rifiuti, e alcuni imprenditori che avevano ricevuto appunto
gli appalti. Erano state ridotte anche le confische che erano
passate da quasi due milioni a poco più di un milione. I giudici
si erano presi 90 giorni per il deposito delle motivazioni.
Motivazioni che, invece, sono arrivate una settimana fa. I tempi
lunghi avevano già riguardato il processo di secondo grado
perché il collegio giudicante aveva chiesto una nuova perizia
che era durata un anno.
In particolare, l'ex responsabile affari generali Amiu
Corrado Grondona era stato condannato a 5 anni e sei mesi (in
primo grado cinque anni e nove mesi); confermate le condanne a
quattro anni e sei mesi per Vincenzo e Gino Mamone; ridotte a
quattro anni a Daniele e Stefano Raschellà (da 4 anni e un
mese); per Claudio Deiana confermata la condanna a 4 anni e 6
mesi. Per l'accusa l'allora dirigente Amiu avrebbe favorito gli
imprenditori amici in cambio di serate al ristorante e con
escort per avere appalti per lo smaltimento dei rifiuti. In
primo grado era caduta l'accusa di associazione a delinquere ma
erano rimaste in piedi le accuse di corruzione. Gli imputati
sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Nicola Scodnik,
Alessandro Sola e Massimo Ceresa Gastaldo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA