Duemila talee di posidonia
oceanica su cento metri quadri di fondali dell'Area marina
protetta delle Cinque Terre. Al via il progetto "Green Sea" di
ricostituzione delle praterie sottomarine di Monterosso al Mare,
grandi produttrici di ossigeno e argine contro l'erosione
costiera. La tecnica di riforestazione che sarà adottata
nell'ambito della collaborazione tra International school for
scientific diving e Università di Genova prende spunto
dall'ingegneria terrestre e prevede il posizionamento di stuoie
biodegradabili, costituite da reti in fibra di cocco, su cui
vengono ancorate manualmente le piante scalzate dalle mareggiate
o dall'attività umana. "La tecnica di riforestazione che
prenderà avvio nelle prossime settimane alle Cinque Terre è
stata ideata da ISSD e prevede una serie di azioni che sono
state già sperimentate con successo in altri siti in Liguria,
Toscana e Sardegna", spiega Stefano Acunto, direttore di ISSD .
A causa di ancoraggi, acquacoltura, pesca a strascico, posa di
cavi e condutture sottomarine, ma anche alterazioni ambientali e
riscaldamento globale, le praterie di posidonia stanno subendo
un forte degrado strutturale in tutto il Mediterraneo. "Ogni
metro quadrato in più di posidonia sul nostro fondale marino -
dichiara Donatella Bianchi, presidente del Parco nazionale delle
Cinque Terre - è una boccata di ossigeno, per la biodiversità ma
anche per l'economia e lo sviluppo sostenibile".
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