Le foto del Califfato e dell'Isis
sul cellulare? "Me le hanno spedite sul cellulare e dovevo
mostrarle ai miei amici in Svezia per fare vedere quanto sia una
cosa brutta". E' quanto ha detto Abdel Kader Alkurbo, uno dei
tre libici arrestati in porto a Genova domenica sera dopo essere
sbarcati da Tunisi con tre auto senza documenti, nel corso
dell'interrogatorio davanti al gip Cinzia Perroni.
Alkurbo, ritenuto vicino ad ambienti fondamentalisti e per
questo già sotto l'attenzione degli investigatori della Digos
che lo aspettavano in porto, ha risposto alle domande del
giudice fornendo i suoi chiarimenti. Ha spiegato chi gli avesse
mandato quelle foto sul cellulare, fornendo i nomi. Ha detto di
essere un commerciante di auto e che le vetture non erano rubate
e che avevano i documenti regolari. Anche gli altri due, Muhamad
Sibratah Mosa e Mohamed Abdel Amar, hanno dato la stessa
versione.
Alkurbo ha anche fornito il nome del suo contatto a Genova,
un altro libico, a cui aveva mandato un sms il 12 dicembre per
chiedere l'acquisto di un biglietto. Secondo gli inquirenti,
invece, in quel messaggio ci sarebbe la richiesta di documenti
per le auto. "I nostri assistiti - hanno sottolineato i legali,
gli avvocati Rinaldo Romanelli e Agostino Zurzolo - hanno
chiarito tutto e non sono legati al terrorismo".
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