"Quello delle liste d'attesa è un
problema di sistema e per essere affrontato richiede l'analisi
di un intero territorio: questa è stata la nostra priorità. E
ancora prima del decreto Schillaci abbiamo creato il Cup unico
che include i privati accreditati. Ai diciassette centri che
rifiutavano di mettere a disposizione le agende, i contratti non
sono stati rinnovati». Lo ha detto Francesco Rocca, presidente
della Regione Lazio, (definita virtuosa dal ministro Schillaci
in merito alle liste d'attesa), in un'intervista al Il Sole 24
Ore.
E sulle falle delle risorse ha aggiunto: «Molti adempimenti
tecnici noi li avevamo anticipati e questo ci consente di
apparire come i più performanti: essere partiti dalla lettura
del bisogno per rispondere con appropriatezza e tempestività
alle mancanze significa anche spendere bene i soldi. Metterli
sulle liste senza sapere dove intervenire, significa gettarli in
un buco nero. Noi oggi diamo indicazioni precise e monitoriamo
in tempo reale. Un lavoro che nel passato non si era voluto
fare, ma per governare la spesa devo conoscere il sistema nel
suo complesso. Tassello fondamentale e non negoziabile della
legge Schillaci: altrimenti si rischia di far crescere
ulteriormente la domanda".
"L' inappropriatezza prescrittiva genera cattiva spesa. A
fronte di prescrizioni da parte dei medici di famiglia che in un
anno mi costano 76 milioni, occorrono linee guida chiare.
Parliamo di un sistema complesso dove ogni tassello è legato
all'altro. Questi temi vanno affrontati insieme", ha osservato
poi Rocca. "I soldi servono ma il punto è cominciare a fare
buona spesa. Quei 76 milioni di prescrizioni inappropriate
possono andare su liste d'attesa e servizi. Poi è chiaro che con
una popolazione che invecchia i bisogni crescono e le risorse ci
vogliono. Non solo: man mano che le liste d'attesa saranno
abbattute, recupereremo nel pubblico anche chi oggi va nel
privato puro. Ciò significa che anche l'effetto elimina-code
della legge Schillaci attraverso il Recup dispiegherà i suoi
pieni benefici a medio termine".
E sul tema del personale e delle agende chiuse ha aggiunto:
"Con le 14mila assunzioni che completeremo entro l'anno noi
abbiamo aumentato di quasi il 20% il personale: anche in questo
caso il piano è stato redatto una volta analizzata la domanda.
Quanto alle agende chiuse, sono inaccettabili: ai miei Dg dico
che una volta impiegato tutto il personale la ricetta non è
bloccare le liste ma chiedere soluzioni alla Regione".
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