"Per progettare una Roma che sia davvero uno spazio da abitare per tutti, bisogna partire dai bisogni delle donne".
Maura Cossutta, presidente della Casa Internazionale delle Donne, oggi al FAR, Festival dell'Architettura di Roma alla tavola rotonda sui temi dell'inclusione e dell'abitare fragile, rilancia l'appello già raccolto dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri in ottobre e lo allarga all'assessore Tobia Zevi e all'Ordine degli Architetti di Roma.
"In città mancava da tempo un vero dibattito
pubblico sulla progettazione urbanistica, come visione
politica", spiega Cossutta intervenuta insieme a diversi
rappresentanti della scena sociale romana. "Quando si parla di
costruire una città femminista, significa includere e progettare
un luogo intersezionale che sia aperto a tutta la comunità,
partendo dai più fragili, e non avere un approccio settoriale".
Perché dove passa "un passeggino, passa una carrozzella; dove ci
si sente al sicuro, c'è libertà".
Un'idea di comunità cui aspira anche Tobia Zevi, assessore al
Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma: "La
pandemia ci ha insegnato che l'inclusione passa per la
condivisione: vorrei consegnare agli architetti la progettazione
di un abitare condiviso e condivisibile per una Roma del
futuro". Zevi non dimentica il problema delle case popolari: "A
Roma mancano quasi 50mila abitazioni, manca una visione. Esiste
la volontà da parte dei privati a contribuire al co-housing e
all'edilizia agevolata, ma oggi è necessario anche un recupero
virtuoso senza dimenticare l'idea di futuro".
Anche l'architetto Mario Botta sul palco dell'Acquario Romano
per la sua lecture sul tema sacro e profano, ribadisce che "non
c'è architettura senza comunità e non c'è comunità senza
architettura". L'architetto, dice, "lavora durante la pandemia e
dopo una guerra: noi cerchiamo le origini del nostro mestiere e
come architetti dobbiamo dare il significato su cosa è l'abitare
oggi".
La giornata prosegue alla Casa dell'Architettura con un
dibattito sull'esperimento di un Urban Center come laboratorio
di futuri spazi urbani. Domani, invece, il Festival si
concentrerà sul tema del lavoro, presente e futuro.
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